La rivoluzione del food delivery si chiama “Quarter” e mette al centro il quartiere. Il progetto debutta a Roma ma l’obiettivo è quello di espandersi al resto d’Italia.
Quarter, il food delivery che mira ad avvicinare gli abitanti di un quartiere
Negli ultimi tempi il food delivery ha avuto un vero e proprio boom. Le restrizioni per contenere i contagi di Coronavirus ci hanno portato a trascorrere tanto tempo in casa. Bar e ristoranti sono ancora chiusi, quindi per mangiare i nostri piatti preferiti dai locali di fiducia non ci resta che la consegna a domicilio.
Questa necessità, unita alla voglia di creare coesione e di migliorare diversi quartieri ha dato vita a “Quarter”. Il nome è già eloquente. Si tratta infatti di un food delivery di quartiere finalizzato a fare incontrare gli abitanti di ogni singolo municipio con un’app ed un sito web dedicato. Al momento Quarter ha debuttato solamente a Roma ma l’intento è quello di espandersi su scala nazionale.
Il funzionamento è semplice e si rifà agli operatori già presenti sul mercato. I clienti – spiega una nota – potranno scegliere di acquistare prodotti e servizi, ordinare dai ristoranti con modalità delivery. Le attività commerciali potranno mettere a disposizione i loro prodotti o servizi tramite un “online store” autogestito. Nulla di diverso da quanto siamo già abituati a fare.
L’iscrizione e la presenza sulla piattaforma sarà gratuita. Verrà applicata una commissione solamente sul venduto. Ogni negozio poi avrà la sua pagina dedicata sia sull’app che sul sito. Infine i ristoranti potranno utilizzare il proprio packaging o richiedere dei kit personalizzati, che saranno ecologici e biodegradabili.
Per quanto riguarda invece la consegna del prodotto – segnala il co founder del progetto Marco Cappelletti – saranno attivate collaborazioni con associazioni di quartiere dotate di motorini elettronici.
La novità sta nel fatto che il sito web comprenderà anche una sezione dedicata al quartiere dove sarà possibile proporre, partecipare o sostenere i progetti per migliorare e rendere più vivibile il quartiere tramite campagne di “crowdfunding” di singoli progetti. Un modo per avvicinare persone che, al momento, sono costrette a stare lontane pur vivendo nello stesso quartiere e aiutarle a migliorarlo collaborando.
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