I vini di Davide Bentivegna sono stati i primi vini naturali che ho bevuto solo/anche perché mi piacevano, in tempi, per fortuna alle spalle in cui, nel giro dei vin naturalisti, si beveva naturale per dovere e non per godere. Passano gli anni, di acqua e di vino, sotto gli eno-ponti, ne è passata parecchia, i vidi di Davide Bentivegna sono ancora, sempre, pazzeschi.
Bevo per lavoro molti vini dell’Etna, spesso non mi piacciono, quasi mai mi parlano, di rado mi regalano qualcosa che assomigli ad un’emozione, questo Etnella Tracotanza 2022 rientra in questa categoria, non accadeva da tanto (troppo). 14 di alcol che non senti mai tanto è ben fatto, leggiadro più che leggero, non sono (eno)sinonimi, questo è portatore di quella che potremmo definire una tracotanza elegante al sorso, dove il nerello mascalese è agile ma sempre autorevole e assertivo.
Agile nel bicchiere con una visiva cardinalizia e porporata, naso classico ma non troppo, tra frutti rossi e speziature meravigliosamente integrate a rendere l’olfatto vivace e a tratti, vizioso, anche, al palato trova un ingresso di frutto croccante, che si allunga su note di mineralissima freschezza, e un finale che sa di futuro, bella persistenza, chiusura elegantemente rustica. Un vino dell’Etna che come tutti i vini liberi prescinde da Doc, apparenze, appartenenze ed etichette, un vino libero, o liberamente tratto dall’Etna. Un Igt che sa di Cru, perché il cru è uno state of mind e mai un’etichetta.
Un rosso con pochi paragoni che aspira ad essere ed è, soltanto se stesso, ancora una volta la dimostrazione che il cemento, più dell’acciaio possa (debba?) essere una via da percorrere molto di più sulll’Etna e non solo. Un bel rosso per il dry January, almeno per il mio.
Da abbinare con un pezzo molto affine a questo vino già dal titolo: Juicy, lui è il più grande rapper di tutti i tempi, si chiama(va) Notorious B.I.G.
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