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L’importanza dell’acqua per le eccellenze agroalimentari italiane, torna “Acqua nelle nostre mani”
15 Lug 2021 08:00

Salvaguardia dell’acqua e tutela delle eccellenze agroalimentari italiane sono gli obiettivi del progetto “Acqua nelle nostre mani”. Anche quest’anno si punta l’attenzione sull’importanza dell’acqua per la salute e la qualità dei prodotti italiani. Protagonista del 2020 è stato il Cilento, quest’anno ci si sposta in Sicilia, nella Valle dell’Etna.

L’importanza dell’acqua per le eccellenze agroalimentari italiane, torna “Acqua nelle nostre mani”

Continua anche nel 2021 la collaborazione tra Finish, leader nel mercato dei prodotti per lavastoviglie, e Future Food Institute, centro di eccellenza italiano sull’innovazione agroalimentare. Il progetto “Acqua nelle nostre mani” si rinnova nel 2021. L’anno scorso è stata portata avanti con successo la campagna in Cilento a favore del pomodorino giallo, grazie ad interventi di rifunzionalizzazione idrica. 

Al centro di quest’anno ci sono i prodotti della Valle dell’Etna, in particolare sul Limone dell’Etna IGP. Si tratta di un prodotto che, crescendo su un terreno vulcanico molto fertile e a poca distanza dal mare, può contare su un costante e cospicuo apporto di elementi nutritivi e di sostanze organiche. Nonostante ciò, questo territorio è, oggi più che mai, segnato da profondi problemi di siccità e di mancanza d’acqua che hanno comportato, in molti casi, diretti interventi sulle coltivazioni atti ad operare in un regime di tutela e preservazione della risorsa idrica.

La tecnologia applicata al risparmio idrico

Con l’occasione, a supporto di questo rinomato agrume, Finish e Future Food Institute hanno indetto, tra marzo e giugno, una Call For Startup volta a individuare la miglior tecnologia possibile in un’ottica di continuazione della produzione incentrata sul risparmio idrico.

Il progetto selezionato è stato quello della SmartIsland, giovane azienda della provincia di Caltanissetta, che grazie alla sua tecnologia Daiki rileva i bisogni delle colture attraverso l’utilizzo di un robot di intelligenza e visione artificiale dotato di sensori di immagine e in grado di rilevare dati climatici e idrici. Questo permetterà di prevenire lo sviluppo di malattie e di monitorare costantemente il fabbisogno irriguo delle piante. La tecnologia verrà implementata in cinque aziende agricole del territorio e sarà operativa su quasi 30 ettari di terreni, anche molto diversi tra loro. Ci saranno infatti coltivazioni su pietra lavica, su terre alluvionali, su terreni rocciosi o sabbiosi, tutte accomunate dalla coltura del Limone dell’Etna IGP.

Eccellenze a tavola, le ricette dello chef stellato Giuseppe Raciti

Infine, per celebrare e valorizzare questo agrume dalle qualità uniche, vera e propria eccellenza agricola italiana riconosciuta in tutto il mondo, Finish e Future Food Institute hanno coinvolto lo Chef stellato Giuseppe Raciti, indissolubilmente legato al territorio siciliano, dove è nato e, attualmente, lavora presso il Country Boutique Hotel Zash di Riposto (Catania).

Lo chef, per soddisfare diverse esigenze e palati, ha proposto una doppia ricetta all’insegna del gusto, della sostenibilità e della tradizione: da un lato, per i palati più fini, le tagliatelle di seppia al Limone dell’Etna IGP, dall’altro, per chi ama la tradizione, la marmellata di Limone dell’Etna IGP.

Il ruolo dell’acqua nella tutela delle eccellenze alimentari italiane

L’impegno di “Acqua nelle nostre mani” nella tutela di questi prodotti non è solo un gesto simbolico, ma asseconda una crescente preoccupazione della popolazione italiana e mira a contrastare gli effetti devastanti generati dalla mancanza d’acqua.

Una ricerca Ipsos commissionata da Finish sottolinea infatti come intorno all’agricoltura, che ogni anno utilizza oltre 15 miliardi di metri cubi di acqua (Report EIC 2020), si concentrino gran parte dei pensieri degli italiani:

–          il 57% è d’accordo nel sostenere che la mancanza d’acqua possa avere un impatto devastante soprattutto sull’agricoltura (contro il 38% relativo all’impatto sulla vita di tutti i giorni e il 5% a quello sulle industrie);

–          il 42% ritiene che gli agricoltori debbano dare il loro contributo nella tutela dell’acqua attraverso la ricerca di modalità più efficienti d’irrigazione (contro il 68% dei comuni cittadini, che dovrebbero migliorare i propri consumi; il 54% dei governi, che dovrebbero punire i comportamenti scorretti e il 50% delle aziende, che dovrebbero invece impegnarsi a migliorare i processi produttivi).

In particolare, il 97% ritiene che le eccellenze agroalimentari siano già oggi a fortissimo rischio, mentre l’82% si è detto preoccupato da molteplici problematiche legate alla scarsità d’acqua. Più nel dettaglio, il 57% ha espresso preoccupazione a causa di fenomeni atmosferici sempre più severi, il 51% a causa della siccità e il 35% di una sempre più ridotta disponibilità d’acqua per l’agricoltura.

Sempre i dati raccolti da Ipsos ci aiutano a comprendere l’importanza del Limone dell’Etna IGP nell’immaginario collettivo e in termini di impatto sul territorio. Questo rinomato agrume, infatti, è riconosciuto tra le eccellenze agroalimentari italiane da ben il 42% degli italiani, dietro alla Cipolla Rossa di Tropea (81%), all’Aceto Balsamico di Modena (80%) e alla Nocciola del Piemonte (60%).

La stessa ricerca dimostra, poi, come il Pomodoro Giallo del Cilento, anche grazie all’intenso lavoro di tutela e promozione portato avanti con il progetto “Acqua nelle nostre mani”, sia diventato una delle eccellenze agroalimentari più note al pubblico. Anche lui figura infatti nella top-10, conosciuto dal 37% degli intervistati.

La tutela del Limone dell’Etna IGP

La coltura del limone è presente alle falde dell’Etna da oltre due secoli, con un passato glorioso in grado di fornire reddito e occupazione a tutto il territorio. Oggi, nonostante non abbia più quella valenza economica goduta per gran parte del Novecento, continua a essere una produzione solida e ben radicata nella zona, con un impatto positivo sul mantenimento del paesaggio rurale, sulla prevenzione del dissesto idrogeologico e sulla tutela di una comunità ancora oggi custode di antiche tradizioni.

Come detto, la peculiarità del Limone dell’Etna IGP nasce soprattutto dal terreno che dà nutrimento alla pianta: il suolo vulcanico è infatti estremamente fertile e ricco di sostanze nutrienti, oltre a essere costantemente battuto dalla brezza marina. Ma gli elementi distintivi di qualità del Limone dell’Etna IGP nascono anche da una particolare tecnica colturale (la cosiddetta “forzatura”, o “secca”) che ne permette la raccolta anche fuori stagione. Infatti, produce una fioritura estiva che genera un frutto da raccogliere l’estate successiva chiamato Verdello per il colore pallido della buccia. Questa è una vera eccellenza che si produce solo in Sicilia.

Tutte queste particolarità si concretizzano al momento dell’utilizzo a tavola in un’elevata qualità degli oli essenziali della buccia e nelle pregiate caratteristiche chimico-fisiche del succo. Ma il Limone dell’Etna è

anche un prodotto che, per la particolarità del terreno sul quale cresce, ha specifiche esigenze in termini di gestione e utilizzo dell’acqua.

Grazie al lavoro di Finish, del Future Food Institute e dell’Associazione del Limone dell’Etna IGP, il territorio potrà ora fare affidamento su una nuova tecnologia a supporto di un utilizzo consapevole delle risorse idriche.


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