La pandemia di Coronavirus ci ha costretti a trascorrere molto tempo in casa. Una nuova e diversa routine quotidiana che ha influito sulle abitudini degli italiani. E’ cambiato anche il modo di mangiare, ma non per tutti allo stesso modo. Per il 51,4% della popolazione italiana infatti il lockdown non ha influito sulle abitudini alimentari.
Italiani a tavola, con il lockdown cambiano le abitudini ma non per tutti
Il modo di mangiare dipende spesso dallo stile di vita. Il Coronavirus ha indubbiamente cambiato la struttura delle giornate di molti italiani, ma non di tutti. Uno studio dell’Osservatorio sulle Eccedenze, sui Recuperi e sugli Sprechi Alimentari del Crea Alimenti e Nutrizione ha evidenziato la presenza di quattro gruppi diversi, confrontando gli andamenti dei consumi durante il lockdown a quelli consueti.
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E’ emerso che la quarantena non ha modificato le abitudini a tavola del 51,4% degli italiani. Il 41,4% degli intervistati invece ha mangiato di più. Il 26,8% ha integrato la propria dieta con una buona dose di legumi, cereali integrali e frutta secca ma anche dolci. Solamente il 7,5% ha ridotto tutti gli alimenti.
Cambiare stile di vita ha imposto anche un cambiamento nella dieta e molti esperti si sono prodigati in raccomandazioni. Così il 24,5% degli italiani ha aumentato il consumo di frutta, il 28,5% quello di verdura. E poi ancora legumi (22,1%), frutta secca (12%) e pesce (14%).
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Non solo alimentazione sana, però. Il comfort food ha trovato la meglio per il 22,7% della popolazioe eil 36,9% non si è risparmiato con i dolci. Tutto questo insieme ad un’attività fisica non adeguata potrebbe essere stata la causa di un aumento di peso da parte del 35% degli intervistati.
Un’Italia divisa a metà, commenta la coordinatrice dello studio Laura Rossi, dove la parte che non ha mantenuto abitudini alimentari e stili di vita sani ha aggravato l’alta prevalenza di individui con sovrappeso o obesità e la scarsa aderenza alla Dieta Mediterranea. Secondo Federica Grant autore principale dello studio, considerando che la pandemia è ancora in corso, queste evidenze dovrebbero essere il punto di partenza per la formulazione di future raccomandazioni e linee guida.
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Quello che però accomuna i diversi gruppi è il maggior tempo speso a tavola insieme alla famiglia (il 50% dei casi) e la marcata attenzione dell’80% al tema dello spreco alimentare.
La ricerca pubblicata su Nutriens ha esaminato un campione di 2.768 persone di tutta Italia, di cui il 52 % donne e il 48% uomini.
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