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Intervista al console Ceco, Andrea Marchione
05 Nov 2019 11:30

Abbiamo intervistato il Console Onorario della Repubblica Ceca in Sicilia, Dr. Andrea Marchione. Un bellissimo incontro pieno di spunti che ha avuto luogo negli spazi della nuova sede AIC (Associazione Italiana Celiachia) di Palermo.

Ci piacerebbe sapere da Lei, vista la sua pluriennale esperienza nei rapporti fra i due Paesi, quali sono i punti di incontro, le similitudini che ha riscontrato fra la Repubblica Ceca e la Regione Sicilia?

Ho sempre pensato che, benché questi due popoli, italiano e eco, siano apparentemente lontani e distanti, la mia missione sia quella di far conoscere il territorio dalla Repubblica Ceca in Sicilia, ma anche viceversa.

In questi 20 anni, ma devo dire anche prima, abbiamo fatto tantissime cose, molte manifestazioni ed eventi culturali Cechi qui a Palermo. Il Sindaco Leoluca Orlando mi dice sempre che sono un ambasciatore di Palermo a Praga e non posso negare che ciò sia vero per la passione che ho per questi due territori.

Purtroppo però i Consolati non sono aiutati economicamente dai 2 Paesi e questo limita fortemente il raggio d’azione. Grazie anche al Sindaco di Palermo che mette a disposizione spazi della città, riesco ad organizzare eventi Cechi. Inoltre l’Ambasciata Ceca in Italia spesso mi manda a proprie spese opere al fine di realizzare mostre.

Altrettanto faccio io tra Palermo e Praga. L’obiettivo è quello di abbattere i muri, presenti soprattutto nella Repubblica Ceca.”

Come saprà noi facciamo parte della redazione di una testata giornalistica neonata, anche se le nostre esperienze professionali sono già consolidate. Quanto pensa che sia importante la comunicazione attraverso i media in tutte le attività umane e commerciali?

Importantissima. A Praga tutta la stampa, ha dato in passato un’immagine distorta e stereotipata della Sicilia che non ha aiutato i rapporti internazionali. I media devono prendersi le loro responsabilità e portare messaggi più veritieri possibile, perché i Cechi che sono stati in Sicilia ed hanno conosciuto la realtà dell’isola se ne sono innamorati potendo constatare de visu che quanto riportato da quelle testate era totalmente fuori misura”.

Il nostro giornale si occupa del comparto enogastronomico a 360°, quindi di produzioni, territori, risorse umane, turismo e altro. Sappiamo che Lei è un vero appassionato di cucina siciliana. Quanto è conosciuta e apprezzata nella Repubblica Ceca rispetto ad altre cucine del mondo?

Quello della gastronomia è un campo che io porto avanti da sempre. La cucina siciliana piace tantissimo, sebbene fino a 5 anni fa non fosse molto diffusa, un aiuto importante lo ha dato mia moglie. Con mia moglie, eccellente in cucina, siamo soliti organizzare in casa cene per i nostri amici. Alcuni ristoranti hanno preso l’abitudine di chiederci di organizzare cene per 30-40 persone. Devo dire che alcune le abbiamo fatte, ma non è certamente il nostro mestiere. Oltretutto cuciniamo tutto in casa, con gli spazi di una cucina domestica.

Mia moglie ha diffuso ricette soprattutto tradizionali, alle quali siamo profondamente legati. Va a ruba per esempio la caponata di melanzane fatta secondo la ricetta antica che ha il miele al posto dello zucchero e le mandorle al posto dei capperi. Ha già vinto diverse volte l’annuale concorso di cucina indetto da Slow Food Praga, una di queste, proprio con questo piatto”

Per in nostri cuochi e produttori, quanta richiesta e quante possibilità lavorative di qualità e realizzazione ci sono nella Repubblica che rappresenta? E quali sono le difficoltà?

Negli ultimi tempi le nuove generazioni Ceche pare si siano progressivamente allontanate dalla loro gastronomia di tradizione che si può gustare solo quando a cucinare sono le nonne. Per il resto, con grande dispiacere di tutti, i ristoranti tipici per lo più propongono i soliti 4 o 5 piatti. Per contro, è vero che i Cechi impazziscono per la cucina italiana ma devono essere educati perché purtroppo molti cuochi che sono venuti in Repubblica Ceca a fare business ne hanno approfittato proponendo piatti di scarso valore.

In più ci sono 5 cose che i ristoratori tendono a proporre in maniera ripetitiva fra i quali il tiramisù e il Prosecco, così la cucina italiana viene banalizzata e cala di conseguenza la qualità.

Certamente questo non vale per tutti: ci sono cittadini Cechi più avvezzi alla cultura in genere che hanno una sensibilità in più e che quindi meglio riescono a comprendere l’importanza anche di una cultura gastronomica.

Ancora oggi non è facile trovare a Praga ristoranti italiani che siano totalmente soddisfacenti. Quindi per rispondere alla sua domanda direi che ancora non consiglio la Repubblica Ceca per fare business in questo campo ma certo ce ne sarebbe davvero bisogno.

Stesso discorso per quanto riguarda la caffetteria, bisognerebbe fare cultura del caffè perché manca. Qualcuno, in verità ha iniziato a fare corsi di caffè ma è auspicabile un incremento di queste scuole specifiche.

Console, secondo Lei qualcosa sta cambiando?

Si, qualcosa sta cominciando a cambiare, c’è una tendenza diffusa a cambiare, a concepire cose diverse, o a guardare le stesse con occhi diversi.

Per concludere non possiamo che ringraziarLa a nome dei nostri lettori e chiederle di toglierci una curiosità: qual è il suo piatto preferito della cucina siciliana? E quale della cucina Ceca?

La Sicilia è la regione più grande d’Italia, per ogni provincia c’è una cucina diversa e, in una stessa città, le cose cambiano rione per rione… Io per esempio amo moltissimo la cucina del trapanese, credo sia fra le più buone. Certo è davvero difficile per me rispondere a questa domanda.

Le posso dire che il piatto che più mi piace tra quelli che conosco in assoluto è la parmigiana di melanzane palermitana: 3 strati, melanzana lunga che deve avere l’amaro perché si deve scontrare con il caciocavallo e salsa di pomodoro fresco. Questa è una ricetta che mi inebria: me la preparavo la notte quando rientravo dopo aver suonato. Mi piace anche la caponata di melanzane e il pane ca’meusa palermitano.

Della cucina Ceca devo dire che mi piacciono molto le zuppe che loro preparano sia in estate che in inverno e sono anche economiche. Sono molto interessanti alcuni piatti di carne quali il Pečené vepřové koleno, un ginocchio di maiale che viene infornato insieme alla sua cotica e la cui carne risulta tenerissima, la Žebra, costine di maiale che sono una meraviglia e le code di maiale al sugo.

Devo dire però che trovo molto buona anche la loro trota grigliata, e la carpa, piatto tipico del loro Natale, viene venduta ad ogni angolo di strada ancora viva.

Loro sono anche grandi produttori di birra, che lì costa meno dell’acqua, addirittura i ristoranti storici se la producono autonomamente.

Inoltre la pasticceria è fantastica perché i dolci che preparano sono molto simili a quelli siciliani; conoscono bene la cassata e il cannolo.”


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