Nasce un nuovo corso di laurea in “Design Sostenibile per il Sistema alimentare” con lo scopo di formare “professionisti del cibo”. Queste figure saranno in grado di affrontare in modo sistemico le esigenze del mondo produttivo e la valorizzazione delle diverse produzioni, in un’ottica sostenibile.
Design Sostenibile per il Sistema Alimentare, il nuovo corso di laurea per “professionisti del cibo”
Ingegneri e ricercatori con una specifica formazione sul cibo. Si pone questo obiettivo il nuovo corso di laurea in “Design Sostenibile per il Sistema alimentare”, nato dalla collaborazione tra Politecnico Torino e Università di Parma. Il corso è previsto per 100 studenti l’anno e sarà disponibile a partire dall’anno accademico 2021-2022.
Un progetto per rafforzare il dialogo tra due territori sullo sfondo della Rete Città Creative Unesco. Nel 2015, intatti, Parma è stata nominata Città Creativa per la Gastronomia, mentre dal 2014 Torino è Città Creativa per il Design.
Le figure professionali formate da questo corso sapranno affrontare in modo sistemico le esigenze del mondo produttivo e la valorizzazione delle diverse produzioni, da quelle industriali a quelle locali in un’ottica di sostenibilità economica e ambientale.
I rettori dei due atenei di Torino e Parma, Guido Saracco e Paolo Andrei, presentando il corso al mondo universitario e industriale, hanno sottolineato come il percorso “guardi al cibo come un sistema concatenato di aspetti, che va dalla produzione sostenibile, al design dei prodotti, all’esame dell’accesso al cibo alla lotta alla povertà, alla qualità del cibo confezionato dal mondo dell’industria alla salvaguardia del cibo di provenienza locale”.
“La figura professionale che si cerca – spiega Paolo Tamborrini, del Politecnico di Torino – saprà coniugare la cultura del progetto di design con il sistema cibo, con uno sguardo a 360 gradi a scenari di consumo, gestione, produzione ed economia circolare”. Tra i relatori anche Giacomo Canali e Dario Toso, responsabili della ricerca del settore Packaging rispettivamente di Barilla e Lavazza. Entrambi hanno sottolineato come si vada verso un packaging a impatto 0.
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