“La Denominazione Colline Teramane DOCG non è ancora tanto conosciuta quanto meriterebbe, anche all’interno della stessa Regione Abruzzo”. Non ci gira troppo intorno Enrico Ceruli Irelli, Presidente del Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane, alla testa di un gruppo consortile formato da meno di quaranta soci. Per anni, d’altra parte, il principio less is more ha contraddistinto la produzione qualitativa di questa Docg, tanto che secondo Cerulli “i produttori di Colline Teramane da sempre riservano a tale denominazione un grande rispetto, limitandone la produzione ai vini di maggior pregio. Questo ha tenuto il numero delle bottiglie prodotte ogni anno troppo bassi perché la denominazione potesse essere conosciuta in modo ampio dai consumatori”.
Saranno famosi.
Se questa denominazione fatica ad affermarsi in regione, figurarsi nel resto d’Italia e all’estero, dove l’uva Montepulciano d’Abruzzo è confusa col più noto Vino Nobile di Montepulciano, e dove la Doc regionale ha spesso cambiato pelle. Cerulli non le manda a dire nemmeno sulla confusione nel mercato tra prodotti lontani anni luce provenienti dalla stessa uva, il Montepulciano d’Abruzzo, che ha prodotto guerre fratricide dove la Docg ha pagato (e paga) un prezzo alto in termini di riconoscibilità e notorietà: “Sui mercati esteri le cose si fanno anche più difficili, se possibile. – spiega il Presidente – Per ragioni storiche, che sarebbe interessante approfondire in un altro momento, il Montepulciano d’Abruzzo DOC, vino conosciutissimo e grandemente apprezzato in tutto il mondo, è percepito come un vino economico. Il Colline Teramane DOCG è prodotto da uve Montepulciano ed è facile intuire la confusione che sui mercati avviene tra i due vini. In virtù di un disciplinare di produzione severo, che impone rese basse (95 quintali per ettaro, contro i 140 del Montepulciano d’Abruzzo DOC), affinamenti lunghi e con l’uso di botti di legno (nella versione Riserva), il costo di produzione di questo vino impone – e direi merita – un prezzo molto più alto rispetto all’altro. Da qui la principale difficoltà nell’affermazione dei nostri vini”.
Colline Teramane: la grande bellezza.
Pensare che questo territorio, fatto di sbalorditivi contrasti della natura, dove in una manciata di chilometri si intervallano dolci colline verdi ad aguzze vette, costellato di trabocchi che puntellano il mare, meriterebbe di essere meglio conosciuto dagli enoturisti italiani e stranieri. “Il nostro è un posto completo. E non mi riferisco solo al fatto che qui sia possibile passare dalla montagna al mare in poco più di un’ora – in primavera, chi pratica l’alpinismo (capita anche a me) può ascoltare la neve che stride sotto i suoi scarponi nell’aria nitida del primo mattino tra le vette silenziose del Gran Sasso, e poi, nel pomeriggio che comincia ad allungarsi, scendere al mare passando per colline verdi e immergersi nei colori tenui dell’Adriatico salato, che hanno ispirato il grande pittore Ettore Spalletti – non mi riferisco solo a questo ( e certo non è comune avere un ghiacciaio protetto da 3000 metri roccia a un tiro di schioppo dal mare e alla latitudine di Roma!): piuttosto penso al modo in cui si svolge la vita delle persone da queste parti. Qui siamo nel Sud, siamo nella antica provincia più settentrionale del regno delle Due Sicilie: Sud. Ma siamo anche una frontiera, da sempre”.
Una terra di passaggio e conquista, ricca di storia, che è il compendio vitale tra “un modo di vivere meridionale, fatto di cura degli affetti familiari, di buona cucina, di vita di piazza, di condivisione; un vivere lento, perché goduto; e un modo di vivere dinamico, di sfida alle difficoltà della vita, di ingegno per migliorare la propria condizione e quella della propria comunità; un modo fatto di azione consapevole e finalizzata”.
Il turismo che verrà
Data la straordinaria potenzialità ancora inespressa dalla Docg in termini di notorietà è più che mai evidente, che tra i primi punti dell’agenda del 2022 del Consorzio ci sia proprio il suo rilancio. Ciò che non è scontato, semmai, in un Paese come l’Italia dove più facilmente si ragione per compartimenti stagni, è che queste politiche di promozione siano correlate agli altri settori del vino, tra cui turismo e tipicità gastronomiche. Anche in questo Cerulli si dimostra un precursore, pensando alla promozione non solo del vino, ma anche di quelle piccole denominazioni del food, che rischiano la scomparsa, come il Pecorino di Farindola o di altri prodotti tipici. Un circolo virtuoso, capace di chiamare turisti e visibilità. “Quello del turismo stimolato dalla scoperta dei nostri produttori di vino è esattamente una delle attività che intendiamo sviluppare in modo strategico. Forti della recente approvazione della normativa che regola le attività ricettive nelle cantine, siamo convinti che questo aspetto del nostro lavoro debba svilupparsi rapidamente. Occorre però adeguare la nostra offerta alle esigenze dei turisti e dei viaggiatori, alle loro aspettative. Occorre anche creare delle sinergie attive con gli altri soggetti che operano sul nostro territorio, altre realtà produttive (olio, formaggio, fattorie didattiche), associazioni che promuovono il turismo a vario titolo, comuni. Occorre studiare il nostro territorio, conoscerne a fondo le potenzialità ed essere creativi e dinamici”.
Un turismo ecosostenibile, come quello già ridefinito da altri Consorzi che hanno puntato al wine&bike, come in Toscana, Marche e nelle Alpi. “Negli ultimi due anni abbiamo riscontrato un rinnovato interesse per queste aree e per le attività che vi si possono svolgere (esperienze agresti, passeggiate in montagna, visite a luoghi di interesse storico-artistico, etc). Le aziende agricole e in particolare le aziende vitivinicole, hanno subito intercettato questa tendenza, aprendosi all’accoglienza in varie forme. Naturalmente è un percorso che va incrementato e accompagnato, che necessita di formazione e di professionalità specifiche oggi ancora deboli. Il Consorzio ha avviato attività formative e messo a punto strumenti di supporto alle aziende in termini di visibilità, ma la strada è solo all’inizio: siamo consapevoli – conoscendo altre realtà già ben organizzate in questo senso, una per tutte la Toscana – che da tale attività può venire una importante fonte di reddito per le nostre aziende e un volano alla commercializzazione dei nostri vini”.
Il programma del Consorzio per il 2022
Il Consorzio punta su due concetti fondamentali: quelli di ambiente e di comunicazione. “Del primo vogliamo valorizzare la sostenibilità dei processi produttivi, della gestione aziendale, e la sinergia con il territorio nello sviluppo di un turismo di scoperta e di prossimità che aiuti a valorizzare il lavoro dei nostri viticoltori. Già oltre l’80 per cento delle nostre aziende ha scelto di lavorare in modo sostenibile, chi in regime biologico, chi in lotta integrata, chi seguendo pratiche biodinamiche. Il Consorzio incoraggia questi approcci: Colline Teramane è un’area circoscritta e ben identificabile (a est il mare Adriatico, a sud ovest il massiccio del Gran Sasso, a nord il confine storico con le Marche segnato dal fiume Tronto), in essa si trovano 1 Parco Nazionale, 3 Aree Marine Protette e 6 Riserve Naturali; possiamo dire che Colline Teramane è un territorio a grande vocazione ambientale. Le colline verdi, che compongono l’ossatura centrale della provincia di Teramo, il tessuto connettivo tra il mare e i monti, sempre più incarnano quella vocazione, completando il quadro di un territorio sano, meta sicura di viaggi ed esperienze edificanti”. Sul versante della comunicazione, tra i pilastri che possono fare la differenza tra il successo e l’insuccesso di un territorio, c’è ancora molto da fare.
“Vorrei dire che mi aspetto un miglioramento della situazione macroscopica, un’iniezione di ottimismo e di positività, ma temo che sarà un anno ancora difficile. Da parte sua, il Consorzio sarà vicino ai suoi associati con il massimo sforzo: abbiamo già programmato la prossima “Anteprima” di presentazione delle nuove annate alla stampa e agli operatori del settore, abbiamo in corso attività di formazione che si intensificheranno nel corso dell’anno, stiamo lavorando a progetti di promozione delle cantine come mete turistiche, stiamo mettendo a frutto le sinergie costruite negli anni. Nella mia vita personale sarà un anno pieno di novità gioiose: spero che queste sapranno sostenermi nella convinzione che la strada intrapresa, pur nelle difficoltà, sia quella giusta”.
Foto di Marina Spironetti.
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