La cipolla rossa piatta di Pedaso diventa presidio Slow Food. Una nuova vita agronomica per un prodotto che negli anni era quasi scomparso. A darne notizia è la stessa associazione internazionale no profit impegnata a ridare valore al cibo.
Un fiore all’occhiello per le Marche. La cipolla rossa piatta di Pedaso, un comune di circa tremila abitanti in provincia di Fermo, ha ottenuto un prestigioso riconoscimento. Adesso è un presidio Slow Food. Viene coltivata nel Comune di Pedaso e in alcuni territori limitrofi nei comuni di Altidona, Campofilone, Lapedona e Moresco (provincia di Fermo).
Un entroterra caratterizzato da terreni sabbiosi, molto adatti alla coltivazione della cipolla. Ed è proprio il terreno sabbioso ad aver conferito la caratteristica forma appiattita alla cipolla pedasina. Il prodotto trova qui le condizioni ideali di sviluppo, grazie al clima mite delle coste adriatiche, con estati caldi ma ventilate.
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Questo tipo di cipolla è stato molto fiorente per tutta la prima metà del Novecento. Negli anni però è quasi del tutto scomparsa. Complici di questo processo, la guerra e il cambio di abitudini che ha portato al progressivo abbandono delle campagne. Dopo ben otto anni di lavoro, tra promozione e ricerca, la cipolla rossa piatta di Pedaso torna al suo splendore.
“Per coltivarla i cinque produttori del Presidio Slow Food- spiega una nota- hanno adottato un rigoroso disciplinare di produzione che prevede il ricorso a pratiche sostenibili, come rotazioni triennali, l’utilizzo esclusivo della concimazione organica e il divieto di diserbo”.
Il ciclo colturale di questa varietà è molto lungo: i produttori impiegano due anni per arrivare al prodotto finale, in quanto partono tassativamente dalla riproduzione della semente. Le cipolle madri vengono poste a dimora, nel terreno, tra settembre e ottobre e lì ci rimangono fino a quando i bulbi raggiungono un’altezza di circa un metro e fioriscono. A quel punto, normalmente tra luglio e agosto, si procede a far essiccare i fiori, da cui si ricavano i semi.
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I produttori inoltre si sono impegnati anche a rispettare “il delicato processo di riproduzione della semente”, anche e soprattutto in un’ottica di biodiversità. L’associazione ricorda che era rimasto un solo agricoltore a conservarne il seme, affidato poi all’Assam, l’Agenzia per i servizi nel settore agroalimentare delle Marche, affinché lo custodisse nella banca del seme di Monsampolo.
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Grazie alla sua dolcezza e all’alta digeribilità, la cipolla rossa piatta di Pedaso si adatta bene sia ad un consumo crudo, che cotto. Il piatto della tradizione è il guazzetto di cozze.
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