Il consumo di carne ha un impatto negativo sulla salute cardiaca. Secondo una ricerca della Oxford University, infatti, aumenta di un quinto il rischio di malattie cardiache. Pertanto i ricercatori invitano a ridurre i consumi quotidiani di carne rossa lavorata, una scelta che avrebbe risvolti positivi non solo sulla salute ma anche sull’ambiente.
Carne, l’eccessivo consumo aumenta il rischio di malattie cardiache
Allarme dai ricercatori della Oxford University, che esortano i consumatori a mangiare meno carno. Da uno studio emerge che il il consumo di carne lavorata aumenta di un quinto il rischio di malattie cardiache, che potrebbero portare alla morte.
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Il team ha scoperto che mangiare 50 g al giorno di carne lavorata, tra cui pancetta, prosciutto e salsicce, aumentava il rischio di malattie cardiache del 18% a causa del suo alto contenuto di sale e grassi saturi. La percentuale scende a 9 se si tratta di carne rossa non trasformata, mentre non è stato trovato alcun legame tra le malattie cardiache e il consumo di pollame, che è più povero di grassi saturi.
Secondo quanto riporta “The Guardian“, Anika Knüppel, co-autrice dello studio, ha dichiarato: “Sappiamo che la produzione di carne contribuisce in modo determinante alle emissioni di gas serra e dobbiamo ridurre la produzione e il consumo di carne a beneficio dell’ambiente. Il nostro studio mostra che una riduzione dell’assunzione di carne rossa e lavorata porterebbe anche benefici alla salute personale”.
Quasi 9 milioni di persone muoiono ogni anno a livello globale di malattie coronariche. Secondo i ricercatori, però i numeri potrebbero scendere se si riducesse il consumo di carne rossa lavorata.
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