Più specialità regionali nel carrello della spesa degli italiani, giro d’affari da 2,6 miliardi

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Italiani sempre più attenti alla provenienza di ciò che mangiano. Le etichette diventano fondamentali e le specialità regionali protagoniste nel carrello della spesa. Un giro d’affari da 2,6 miliardi di euro per supermercati e ipermercati. Lo ha evidenziato la nona edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy.

Aumentano le specialità regionali nel carrello della spesa degli italiani, giro d’affari da 2,6 miliardi

Le vacanze estive sono state segnate, quest’anno, da un interesse per piatti e prodotti regionali. Dal un lato visite e cantine e aziende per portare a casa cibi della tradizione, dall’altro carrelli della spesa sempre più pieni di specialità regionali.

Secondo l’Osservatorio Immagino, sono oltre 9.200 i prodotti food & beverage con l’origine di provenienza riportata in etichetta nel corso del 2020. Ed è proprio a quella che guarda la maggior parte degli italiani quando fa la spesa. Un fenomeno che ha creato un giro d’affari da 2,6 miliardi di euro per supermercati e ipermercati, in crescita del 6,4% annuo.

L’Osservatorio traccia una vera e propria mappa del regionalismo a tavola. Al primo posto per valore delle vendite c’è il Trentino-Alto Adige (+7%) , in particolare grazie a vini e spumanti, speck, yogurt, mozzarelle e latte. Seguono Sicilia (+5,1% tra vini, sughi pronti e arance) e Piemonte (+3,7%) che però è la regione presente sul maggior numero di prodotti (1.152 referenze), davanti a Sicilia e Toscana. Exploit poi del Molise che guadagna sempre più spazio nel carrello con +24,8% e il titolo di regione più dinamica dell’anno, seguita da Puglia (+14,4%) e Calabria (+12,5%).

Nella geografia delle vendite dei panieri regionali all’interno del territorio nazionale per individuare dove sono più apprezzati, si scopre  che il sovranismo alimentare regna in Sardegna, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, mentre nelle altre regioni c’è un maggiore “melting pot”.

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