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Eccellenze locali e filiera corta, così Terravecchia Legumi diventa leader in Sicilia
01 Nov 2020 16:26

Un viaggio alla scoperta dell’azienda Terravecchia, leader in Sicilia nel ramo dei legumi. Dalle farine, ai legumi secchi, fino a prodotti innovativi, la famiglia Terravecchia ha saputo reinventarsi per adattarsi alle nuove esigenze di mercato con prodotti siciliani d’eccellenza.

Come nasce l’azienda Terravecchia Legumi

La famiglia di imprenditori Terravecchia è presente in Sicilia dagli anni Cinquanta. Nasce come produttrice di farina di ceci, ingrediente essenziale per le famose “panelle” palermitane, ma nel tempo varia la sua attività. Oggi l’azienda si propone come selezionatore, confezionatore e distributore di legumi secchi.

“L’azienda Terravecchia nasce da mio padre Rino e suo fratello Silvio Terravecchia – ci racconta Greta, che si occupa della comunicazione in attesa di completare gli studi in scienze gastronomiche e diventare la tecnologa dell’azienda – . Nel 2008 circa, hanno valutato l’esigenza di intraprendere un nuovo percorso con i legumi. Si sono resi conto, infatti, che nel territorio siciliano non c’era ancora un’azienda che se ne occupasse ad ampio raggio”. Così è avvenuta la svolta che li ha portati alla posizione leader di oggi.

“Terravecchia Legumi ha iniziato con i legumi di origine convenzionale – continua Greta -. A quei tempi non si parlava ancora di prodotti siciliani in senso stretto e abbiamo abbracciato la Do e la Gdo. Poi negli anni ci siamo affermati in Sicilia nel campo dei legumi, così mi o padre ha deciso di investire nei legumi di origine siciliana”.

Gli accordi di filiera corta e le eccellenze

Il lavoro iniziale dell’azienda non prevedeva, però, la produzione. Terravecchia, infatti, non aveva terreni in cui coltivare il seme. Da qui la decisione di attivare degli accordi di filiera corta negli ultimi anni. “Stipuliamo accordi con gli agricoltori nel nostro territorio. Loro coltivano il seme e poi noi ritiriamo il raccolto, lo puliamo, lo lavoriamo e completiamo l’iter che lo porterà poi sul mercato”.

I terreni a cui si appoggia l’azienda sono dislocati in tutta la Sicilia, in modo da poter prendere le eccellenze autoctone. “Le referenze contenute nella nostra linea di nicchia, la Sole e Gusto di Sicilia, sono di diversa origine – spiega Greta Terravecchia -. Abbiamo, per esempio, il fagiolo Cosaruciaru di Scicli, il fagiolo Badda di Polizzi o la fava di Leonforte, che è un presidio Slow Food. E ancora la lenticchia di Alba, quella di Monreale, quella di Ustica”.

Grazie agli accordi di filiera corta, Terravecchia ha creato una rete di piccoli produttori che da soli non sarebbero stati in grado di affrontare il mercato. Insieme, invece, riescono a produrre e distribuire legumi più particolari, di cui altrimenti si sarebbe già persa la memoria. “Il nostro bacino è molto piccolo – precisa Greta Terravecchia -, per questo i nostri prodotti sono delle vere e proprie eccellenze. Se, per esempio, abbiamo un raccolto di dieci quintali di fagiolo Badda, finita questa quantità, si dovrà aspettare l’anno successivo”.

Non solo storia e legumi di nicchia ma anche innovazione all’interno dell’azienda. Terravecchia, infatti, risponde prontamente alla nuova domanda del mercato con prodotti innovativi. Alla richiesta di vegan, bio, vegetariano risponde con la linea “Legumi Impasta“.

“Si tratta di una linea di pasta 100% farina di legumi biologica, siciliana, senza glutine e trafilata al bronzo – spiega Greta -. Una nuova forma di mangiare legumi, cotti in soli cinque minuti a fronte dei lunghi tempi richiesti dal prodotto secco”.

 


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