
Quattro talk sul mondo del vino. Si è aperta così Sicilia en Primeur, la kermesse organizzata da Assovini Sicilia.
Il vino e il cervello
Al Castello dei Conti di Modica ad esordire è stato Vincenzo Russo, professore ordinario di Psicologia dei consumi e Neuromarketing e coordinatore del Centro di ricerca di Neuromarketing «Behavior and Brain Lab» presso l’Università Iulm di Milano, che ha condotto un talk su I segreti del cervello per l’esperienza enologica. Partendo da una degustazione sperimentale, Vincenzo Russo ha guidato i partecipanti in un affascinante viaggio «dentro il cervello», per scoprire come valorizzare alcuni processi percettivi e migliorare le esperienze enogastronomiche. «Il sapore di un vino può essere modificato da aspetti percettivi che nulla hanno a che fare con il prodotto stesso? Certamente si», ha spiegato Russo. «In questo ambito sono state condotte numerose ricerche: dall’effetto dei colori dei prodotti alle luci di un locale, dalla musica del luogo di assaggio al modo di presentare un piatto. Si tratta di elementi solo apparentemente secondari. In realtà questi aspetti possono modificare o rinforzare certe sensazioni gustative». Anche se, ha ricordato Russo, «il vero problema di chi fa ricerche di mercato nel mondo del vino è che, come disse David Ogylvi nel 1963, “i consumatori non pensano a quello che sentono, non dicono quello che pensano e non fanno quello che dicono…». Insomma, i questionari rischiano di mentire. Le tecniche di neuromarketing, invece, ha proseguito il docente universitario, «ci offrono oggi degli strumenti potentissimi per poter avere indicazioni precise dell’efficacia persuasiva di un messaggio o di un’etichetta. Inoltre, la conoscenza del cervello ci permette di creare messaggi sempre più persuasivi ed efficaci».
Riconoscere il fake marketing
È seguito il talk organizzato dalla Next Generation di Assovini Sicilia, il gruppo di under 40 dell’associazione. Giovani dinamici, spesso con studi ed esperienze fuori dalla Sicilia, un bagaglio formativo in diversi campi, dal marketing all’architettura, dall’economia all’enologia, che hanno in comune la passione, la storia familiare ed aziendale legata al vino, la voglia di portare contributi nuovi, frutto delle loro esperienze formative.
Al centro del talk, a cui hanno partecipato Francesco Saverio Russo, divulgatore enoico e formatore, ed Emanuele Gobbi, critico e scrittore, La comunicazione digitale, tra opportunità e rischi, e i valori del vino da comunicare alle nuove generazioni. In particolare, Francesco Saverio Russo si è soffermato sugli strumenti per contrastare i fake influencer e gli pseudo-marketer, e su come riconoscere le pratiche di marketing ingannevoli e adottare strategie per promuovere il brand e i vini in modo trasparente, autentico e moderno. «Interloquire con le nuove generazioni sulle potenzialità e i rischi della comunicazione odierna è fondamentale – ha affermato Francesco Saverio Russo – ancor più in un momento come quello che stiamo vivendo, in cui strumentalizzazioni semantiche e proclami fuorvianti sono all’ordine del giorno. Sono fermamente convinto che i giovani produttori siciliani sapranno tradurre questa negatività imperante in un’opportunità, spazzando via confusione e timori grazie alla loro crescente consapevolezza». Gobbi ha sottolineato l’importanza di creare contenuti coinvolgenti utilizzando i canali digitali e l’importanza di organizzare eventi e attività in cantina per i giovani consumatori che uniscano educazione, esperienza e passione per il vino.
La fotografia di Assovini
Il terzo talk ha acceso i riflettori su Assovini Sicilia. A raccontare l’associazione, che ha già tracciato la sua rotta per il futuro puntando su enoturismo, sostenibilità e nuove generazioni, è stata la presidente Mariangela Cambria. Partendo dai dati di un report commissionato nel 2024 all’Università degli Studi di Messina, Cambria ha presentato una fotografia aggiornata dell’associazione. Dal sondaggio condotto dall’Università, a cui hanno risposto 80 produttori (dei 101 associati), è emerso che le aziende socie sono prevalentemente agricole e a gestione familiare. Di queste, il 78% ha già integrato una nuova generazione under 40 nella gestione rivelando, dunque, una forte propensione dei produttori siciliani a dare spazio alle nuove leve capaci di fornire contributi innovativi al passo con i tempi. I soci Assovini Sicilia stanno investendo molto sull’enoturismo che rappresenta una delle espressioni più autentiche dell’unione tra passione per il vino e scoperta del territorio. L’84.8% delle imprese ha già implementato servizi enoturistici.
«L’enoturismo – ha sottolineato la Cambria – offre un’esperienza completa con un grande valore culturale. Stiamo vivendo un momento storico particolarmente favorevole: la Sicilia, infatti, è stata nominata Regione Europea della Gastronomia 2025, Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 e Gibellina Capitale dell’Arte Contemporanea 2026. La Sicilia è una destinazione che piace sempre di più e, in una fase delicata come quella che sta vivendo il mondo del vino, l’enoturismo sarà la vera chiave di volta. I segnali per la stagione appena iniziata sono molto positivi e questo ci spinge a guardare con fiducia al futuro».
Il contrassegno di garanzia
Di Tutela e valorizzazione delle produzioni DO e IG e del ruolo dei nuovi contrassegni di Stato si è discusso nel quarto talk con Arianna Rossetti, responsabile delle relazioni con gli enti associativi dell’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, e con Felice Assenza, capo dipartimento Icqrf (Ispettorato centrale qualità e repressione frodi del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste). Il nuovo contrassegno di Stato con la bandiera tricolore permetterà un’immediata identificazione delle produzioni Made In Italy proteggendo in maniera più efficiente i vini italiani Docg e Doc. Grazie a tecniche di sicurezza, simili a quelle presenti nelle banconote, e a un QR code, tutti potranno accedere ai dati di tracciabilità e anticontraffazione del prodotto, attraverso una piattaforma sicura, sviluppata e gestita dall’Istituto poligrafico, nella quale sono presenti le informazioni trasmesse da ciascuno degli attori della filiera (organismi di certificazione, consorzi di tutela ed aziende). «I contrassegni di Stato, sviluppati dal Poligrafico con tecnologie anti-contraffazione – ha spiegato Felice Assenza – sono verificati sul campo dagli ispettori Icqrf tramite lampade Uv fornite dallo stesso Poligrafico, rafforzando così i controlli sull’origine dei vini. Questa sinergia tra innovazione tecnologica e controllo pubblico garantisce trasparenza nella filiera e tutela dei consumatori. Il nostro impegno per valorizzare e proteggere il patrimonio vitivinicolo italiano, anche a livello internazionale, continuerà». Al talk è intervenuto Antonio Rallo – presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, che ha portato il punto di vista dei produttori. «Questo strumento si traduce in un’opportunità concreta per rafforzare il legame tra vino, territorio e produttore. Il QR code, infatti, oltre a garantire il consumatore, permette l’accesso immediato a una piattaforma digitale che racconta le caratteristiche del territorio di origine e le esperienze turistiche ad esso collegate. È una leva strategica per promuovere il patrimonio enogastronomico e paesaggistico della Sicilia, stimolando la visita del territorio e aumentando la visibilità delle nostre eccellenze sui mercati internazionali».
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