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A Trapani c’è un’oasi di raffinata autenticità, è l’Osteria Il Moro dei fratelli Bandi
18 Dic 2022 14:04

All’Osteria Il Moro sono bastati “solamente” sei anni per innovare profondamente l’offerta ristorativa di Trapani. Quando nel 2016 i fratelli Enzo e Nicola Bandi decisero di aprire un ristorante gourmet nella centralissima via Garibaldi, infatti, in pochissimi avrebbero scommesso un solo euro sulla riuscita di un progetto così ambizioso in un contesto così complesso come quello trapanese. Ma oggi i fatti hanno meravigliosamente smentito qualsiasi fosca previsione.

Quella dell’Osteria Il Moro di Trapani è una cucina moderna e raffinata che dialoga sapientemente con il territorio, con le sue ricchezze e con la sua cultura. È una cucina comunque sincera e che non si vende per quello che non è. Quello che emerge, è che c’è una visione ben chiara di ciò che deve essere una cucina gourmet in un comprensorio ricchissimo di eccellenze enogastronomiche come quello trapanese. Si gioca con i contrasti, con le sovrapposizioni di ingredienti apparentemente inconciliabili. E si gioca anche anche con l’equivoco, perché può capitare di imbattersi in una panella che diventa dessert o in una caponatina che magicamente viene confezionata come fosse un cioccolatino.

I coperti sono appena 35, intelligentemente ridotti rispetto a qualche anno fa dopo alcuni interventi di adeguamento degli ambienti. La zona relax che accoglie chi varca l’ingresso del ristorante è una bella idea. Il cliente viene “tranquillizzato” e ammorbidito in vista dell’esperienza che vivrà una volta seduto al tavolo. L’atmosfera non è algida, ma elegantemente calda. Gli spazi e i dettagli dell’arredamento comunicano apertura e profumano di semplicità senza però rinunciare ad un design contemporaneo che sa anche essere identitario. Le teste di moro e i richiami all’artigianalità siciliana, naturalmente, non mancano.

È una formula equilibrata che deve essere piaciuta parecchio agli ispettori Michelin. L’Osteria Il Moro è stata infatti inserita nella Guida 2023: “Abbiamo sempre desiderato questa attenzione che ci inorgoglisce e ci dona anche una maggiore motivazione a fare del nostro meglio, senza mai abbassare il livello di qualità che offriamo a Trapani. Passo tante ore in cucina, a sperimentare, studiare, provare e riprovare – dichiara lo chef Nicola Bandi – Amo la tradizione ma soprattutto innovare. Giorno dopo giorno continuo a sperimentare per migliorarmi e accrescere il livello della mia cucina. Interpreto le ricette della tradizione di Trapani e punto a mixare i migliori ingredienti del territorio ed eccellenze extraterritoriali, stando molto attento ad evitare ogni spreco in cucina”.

Il servizio al tavolo non tradisce le attese conservando attenzione e umanità. Un giusto compromesso tra standard stellati e anima siciliana. La cantina, poi, tiene il passo dell’offerta gastronomica grazie alle sue 300 etichette, internazionali e nazionali con una particolare attenzione per le proposte siciliane. Insomma, tutto sembra stare al suo posto. Ed è interessante scoprire come lo chef Bandi sia in realtà un autodidatta che, insieme al fratello Enzo (attentissimo responsabile di sala), si è formato nelle cucine del loro precedente ristorante di Valderice (Trapani). Visione, sacrificio e studio: “Credo sia questo il modo migliore per realizzare il proprio obiettivo”, afferma lo chef Nicola.

Tra le proposte più interessanti del nuovo menù invernale, suggeriamo i sorprendenti Plin di sarde, rivisitazione scaltra e rispettosa della pasta con le sarde palermitana. L’ombrina con cicoria e bagna cauda spicca per studio delle consistenze e semplicità del gusto. Anche i piatti più arditi, come la reinterpretazione della Lingua al cioccolato, si presentano senza troppi fronzoli o sofisticazioni. Sono quello che appaiono e c’è quindi coerenza tra parte visiva e gusto. Ottimi anche i lievitati proposti, vera e propria mania dello chef Bandi. Dal pane con farine di grani antichi siciliani al panettone tradizionale e al cioccolato.

L’Osteria Il Moro, in conclusione, eleva le materie prima di qualità in un qualcosa di più grande, dove il risultato finale innova e supera la semplice somma di ottimi ingredienti. La strada tracciata è quella giusta.


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