Dal primo febbraio l’Italia dei colori Covid ha assunto un nuovo assetto. Sono tante le regioni che sono passate in zona gialla, ad eccezione di Umbria, Puglia, Sicilia, Sardegna e la provincia di Bolzano che sono rimaste arancione. Questo ha portato alla riapertura di 293 mila strutture, tra bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi, per il servizio al tavolo o al bancone. I dati emergono da un’analisi Coldiretti, ma adesso si punta alle aperture serali.
Zona gialla, ripartono 293 mila ristoranti
Una ventata di freschezza per molti bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi. Almeno per quelli che sono sopravvissuti all’ondata di crisi economica portata dal Coronavirus e la relativa chiusura. Così con il passaggio, dal primo febbraio, di molte regioni in zona gialla, hanno riaperto molte strutture. Secondo l’analisi di Coldiretti hanno riaperto ben 293 mila locali, ben l’81%.
Grazie alle riaperture potranno tornare alla – quasi – normalità 47,8 milioni di italiani residenti nelle regioni gialle, costretti a rinunciare al pranzo fuori casa per svago o per lavoro.
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La regione che ha ottenuto il maggiore beneficio da questo cambio di colori è la Lombardia, con circa 51 mila attività presenti. Seguono il Lazio con 39 mila e la Campania con 33 mila. Rimangono ancora penalizzate invece Umbria, Puglia, Sardegna, Sicilia e la provincia di Bolzano, che sono ancora in zona arancione.
Nelle regioni gialle, a minore criticità, comunque – sottolinea la Coldiretti – le attività di ristorazione al tavolo sono consentite solo dalle ore 5,00 alle 18,00 con la possibilità della consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 della ristorazione con asporto. Nelle zone arancioni – ricorda la Coldiretti – è invece consentita la sola la consegna a domicilio o l’asporto.
Si punta alle aperture serali
Un grande traguardo anche per il settore della ristorazione. A causa delle chiusure e delle misure restrittive, infatti, nel 2020 ha subito una perdita del 48% del fatturato per quasi 41 miliardi di euro.
La riapertura è solo un piccolo passo, seppur significativo. Ciò che serve, secondo Coldiretti e anche molti ristoratori, è un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera.
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Quello a cui si punta adesso è la riapertura serale dei ristoranti. La maggior parte dei titolari ha fatto grossi investimenti per adeguare le strutture alle misure raccomandate per contenere i contagi. Numero di tavoli ridotti, distanziamento, registrazione dei clienti. Adesso si chiede maggiore fiducia per poter ripartire.
Lo ha ribadito anche il Consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia. “Sarebbe pertanto fondamentale consentire, esclusivamente ai ristoranti che si trovano nelle zone gialle e che dimostrano di rispettare i rigidi requisiti previsti, l’apertura serale fino all’orario di inizio coprifuoco, anche alla luce delle importanti misure di sicurezza adottate, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso”.
Sileri: “Con le vaccinazioni, riaprano i ristoranti la sera”
Anche il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, ha precisato la sua posizione. Tornare ad una vita normale, e quindi frequentare i ristoranti a cena, è possibile con il progredire delle vaccinazioni.
“Con il progredire della vaccinazione – ha affermato al programma “I fatti vostri” su Raidue – devono, e sottolineo devono, riaprire i ristoranti anche la sera, occorre far tornare le persone progressivamente alle proprie attività e a una nuova normalità, pronti a fare un passo indietro se dovesse arrivare una variante aggressiva o una nuova recrudescenza del virus”.
Chiusure, buco da 5 miliardi a gennaio
Le chiusure di gennaio sono costate 5 miliardi di euro ai ristoratori italiani con la stop alla grande maggioranza di bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi per l’inserimento nelle diverse ordinanze in zone rosse e arancioni dove è proibita qualsiasi attività al tavolo, con un drammatico impatto su economia ed occupazione.
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E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento al nuovo monitoraggio dei contagi. Gli effetti delle chiusure sono stati devastanti per molte strutture, che non hanno superato la crisi. Perché non cedano anche i locali che finora sono rimasti a galla, bisogna rivolgere maggiore attenzione al settore.
Aperture serali: rappresentano l’80% del fatturato
Le aperture serali rappresentano l’80% del fatturato nel settore della ristorazione. Ecco perché se ne sottolinea l’urgenza. Lo hanno precisato anche Filiera Italia e Coldiretti.
“La possibilità di apertura serale a cena – dicono – vale l’80% del fatturato di ristoranti, pizzerie ed agriturismi, duramente provati dalla chiusure forzate che travolgono a valanga interi settori dell’agroalimentare Made in Italy con vino e cibi invenduti per un valore stimato in 9,6 miliardi nel 2020”.
“Tale possibilità limitata ai soli locali di ristorazione con servizio al tavolo si coniugherebbero tutela della salute dei cittadini e ripresa dell’attività economica e lavorativa dell’intera filiera agroalimentare italiana, cui sono collegati circa 4 milioni di lavoratori”, hanno concluso Coldiretti e Filiera Italia.
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