Fermare la diffusione online di Amarone contraffatto da oggi è possibile grazie ad un sistema di intelligence online messo a punto dall’Università degli Studi di Trento. Il protocollo di collaborazione per bloccare il fenomeno dei falsi è stato firmato, tra gli altri, dal Consorzio Vini Valpolicella con il Comando Regionale Trentino-Alto Adige della Guardia di Finanza a cui è affidata la cabina di regia. Per la prima volta i grandi Rossi della Valpolicella divengono sorvegliati speciali sul web.
Attraverso la sperimentazione di questo protocollo, il Consorzio avrà un’arma in più per sensibilizzare le proprie aziende associate a collaborare nell’identificazione di situazioni borderline e a rischio.
“La firma di questo protocollo – spiega il presidente del Consorzio, Andrea Sartori – conclude un percorso che ha caratterizzato il mio mandato, ponendo al centro la tutela delle nostre denominazioni, sempre più copiate e contraffatte”.
Con l’intelligenza artificiale, inoltre, si potranno testare i nuovi sistemi informatici anti contraffazione come la tecnologia blockchain, software e algoritmi per identificare siti web con presunti prodotti falsificati e eventuali illeciti nell’utilizzo di riferimenti alle denominazioni di origine.
“L’iniziativa ci ha visti da subito parte attiva nella costruzione di un ulteriore strumento per combattere la pirateria enoica e alimentare. Ringrazio il Comando Regionale Trentino-Alto Adige della Guardia di Finanza, la Provincia Autonoma di Trento – continua Sartori – per averci coinvolti in un progetto che per la prima volta dà vita ad un network tra pubbliche amministrazioni e associazioni imprenditoriali, con l’obiettivo di tutelare la reputazione e il valore dei prodotti italiani”.
L’attività di tutela della denominazione da parte del Consorzio si fa quindi più intensa. Il suo contributo, a 2 anni dalla firma del protocollo di cooperazione con l’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari del Ministero delle Politiche agricole (Icqrf), consta di 308 segnalazioni di casi sospetti di contraffazione sul web di vini della Valpolicella. Il principale contraffatto finora è stato proprio l’Amarone.
“La lotta alla criminalità organizzata – spiega il Generale di Brigata Ivano Maccani, Comandante Regionale Trentino-Alto Adige della Guardia di Finanza – si può e si deve vincere anche con l’innovazione. Fare squadra con gli attori della società civile e coniugare le strategie investigative con la ricerca scientifica per fare un salto di qualità nella tutela dell’economia legale, nel contrasto alla commercializzazione di prodotti contraffatti, al lavoro nero e all’abusivismo commerciale, è il senso del protocollo firmato il 7 luglio 2020 a Trento. Uno dei filoni messi in campo, riguarda l’analisi avanzata di dati online e l’esplorazione del web, sempre più nuova frontiera dei traffici illeciti e vetrina attraente anche per le organizzazioni criminali”.
Grazie a questo protocollo è stato messo a punto un nuovo sistema a tutela non solo della denominazione dei vini del Consorzio, ma anche dei consumatori, soprattutto quelli meno esperti, che sempre più spesso incorrono in spiacevoli truffe quando ricorrono agli acquisti online.
Lascia un commento