I prodotti a chilometro zero diventano ancora più sicuri. Parte, infatti, il progetto europeo “h-Alo” per sviluppare un sensore ottico portatile utile ad analizzare e monitorare la presenza di contaminanti e batteri negli alimenti provenienti da catene produttive a filiera corta.
h-Alo, il sensore ottico che rileva batteri nei prodotti a Km 0
Un nuovo incentivo per i prodotti a chilometro zero. Se finora sono stati sinonimo di qualità, adesso lo saranno ancora di più. Lo scopo di h-Alo è quello di garantire la sicurezza di questi prodotti. L’iniziativa gode di un finanziamento di oltre 4,2 milioni di euro dalla Commissione europea nell’ambito del programma Horizon 2020.
La durata del progetto sarà di 36 mesi. Sarà il laboratorio a validare il sensore. Poi si passerà ai test sul campo. Si prevede, ad esempio, di utilizzarlo nelle catene agro-alimentari del latte crudo, della birra artigianale e del miele biologico. Infine sarà impiegato nella strategia “Farm to Fork” prevista nell’ambito dell’European Green Deal della Commissione europea.
Il progetto è stato ideato e presentato dall’Istituto per lo Studio dei materiali nanostrutturati del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismn) e Warrant Hub (Tinexta Group). Quest’ultima è una realtà operante nella consulenza alle imprese per operazioni di finanza agevolata e a sostegno di progetti di innovazione e sviluppo.
Il progetto, oltre a Warrant Hub e Cnr-Ismn, ha come altri partner italiani del consorzio “h-Alo” Confagricoltura e The Circle Società Agricola Srl (entrambi clienti di Warrant Hub), l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie e Plasmore Srl. A questi vanno aggiunti Wageningen Food Safety Research e Innosieve Diagnostic (entrambe olandesi), Rise Research of Sweden, il Fraunhofer Institute for Electronic Nano Systems (Germania) e 7Bulls (Polonia).
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