“Ora è il momento di lavorare in rispettoso silenzio, sapremo ritornare”. È il massaggio lanciato dal pluripremiato pizzaiolo Francesco Martucci, patron de “I Masanielli”, alla luce delle misure introdotte dall’ultimo Dpcm che hanno sollevato tante polemiche nel mondo della ristorazione.
Francesco Martucci: “Ora è il momento di lavorare in silenzio, sapremo ritornare”
Gli effetti del Coronavirus sull’economia dell’Italia passano, inevitabilmente, anche dal settore della ristorazione. Uno dei più colpiti in realtà, soprattutto se si tiene conto di quel mondo indispensabile di produttori e fornitori che opera silenziosamente dietro le quinte.
Dopo la firma dell’ultimo Dpcm, con l’Italia divisa in tre zone e la chiusura anticipata, le reazioni da parte dei protagonisti del settore sono state diverse. In molti si sono indignati puntando il dito contro il governo che li “costringe” a chiudere per limitare i contagi, annunciando – in alcuni casi – un fallimento sicuro. Altri, invece, hanno deciso di rimboccarsi le maniche e continuare a lavorare senza schiamazzi nel massimo, ed inevitabile, rispetto della normativa vigente.
È il caso di Francesco Martucci, patron de “I Masanielli” di Caserta, la migliore pizzeria al mondo secondo la Guida 50 Top Pizza 2020. Il pluripremiato pizzaiolo, infatti, si è adattato alle nuove regole, continuando a lavorare con la professionalità che contraddistingue lui e la sua squadra.
“Io credo che ci siamo fatti trovare impreparati – dice -. Ma un po’ tutti: le persone sui comportamenti, il governo sull’organizzazione ed è stata fatta la frittata. Era inevitabile che succedesse. La mia è una posizione di silenzio, in questo periodo incerto”. Non si tratta di rassegnazione, ma di rispetto “nei confronti di chi soffre, di chi muore, di chi è impegnato in prima linea”. A questo si aggiunge la consapevolezza che il buon lavoro ripaga. “Sapremo reinventarci, rialzarci. Sapremo ritornare – dice con ottimismo Francesco Martucci”.
La sicurezza nei locali
Eppure ristoranti e pizzerie sono le strutture che più e prima di altre si sono adeguate alle nuove esigenze. Numero di tavoli ridotto per rispettare il distanziamento, turni per evitare assembramenti, divisori in plexiglass per ridurre i contatti. Un adattamento che ha richiesto una spesa notevole, che non tutti sono stati in grado di sostenere. E adesso, almeno fino al 3 dicembre, questo cosiddetto “Dpcm a semaforo” con l’Italia divisa tra zone rosse, arancioni e gialle, e la chiusura anticipata arrivano come un’ulteriore mazzata.
“È troppo facile sparare sulla croce rossa – commenta Martucci -. Noi siamo l’esempio lampante. Io e i miei trentasei dipendenti, da maggio ad adesso, abbiamo lavorato. Fortunatamente siamo Covd-free, tra noi non c’è stato alcun contagio nonostante abbiamo servito mille persone al giorno. Questo la dice lunga sulla sicurezza di un locale”.
“Fino ad oggi – continua – abbiamo fatto servizio da mezzogiorno alle 16, come ci è imposto secondo le regole della Campania. Abbiamo lavorato solo con la provincia di Caserta e abbiamo fatto veramente un grandissimo lavoro. Questo mi inorgoglisce. Voglio ringraziare le persone che ci hanno dato l’onore di sedersi al nostro tavolo. Significa che abbiamo lavorato bene, che abbiamo trattato tutti alla stessa maniera, sia le persone che ci vengono a trovare da tutto il mondo, che quelle del nostro territorio”.
Delivery e sostegni economici: sono la soluzione?
E se non si possono accogliere i clienti al tavolo, le strade del delivery e dell’asporto sono quelle che stanno permettendo a molte strutture di andare avanti. “I Masanielli nasce con il delivery – racconta Francesco Martucci -, quindi se un locale è adatto per fare quel tipo di servizio, perché non dovrebbe farlo?”
Per cercare di far fronte alla situazione, il governo ha annunciato e disposto degli interventi economici di sostegno al settore, ma ci chiediamo quanto siano utili. “Sicuramente sono un palliativo – risponde Martucci – che non compensa minimamente quello che noi abbiamo sia come spese, sia per mancato guadagno, sia per mancato incasso e di tutto quello che segue quando si lavora in un certo modo”.
Tutto questo poi crea un effetto domino sul resto della filiera. “Stiamo chiusi e abbiamo il ristoro economico – spiega Martucci – ma questo poi si riversa anche su agricoltori, su piccoli produttori. È una catena che si interrompe, fa male a tutta l’economia”.
I nuovi progetti
Francesco Martucci non si arrende alla situazione. Il suo lavoro continua con la stessa passione di sempre e con un occhio lucido al futuro. “Noi abbiamo due progetti che sono rimasti fermi a causa del Covid – racconta -. C’è Sperimentale al centro di Caserta. Ad agosto, inoltre, avremmo dovuto aprire in Puglia il primo Pizza Farm al mondo, il Posta Mangieri. È pronto, ma non mi sono sentito di aprire perché immaginavo saremmo andati in questa direzione. Sarebbe stato un grosso sacrificio per lavorare solo due mesi”.
“Staremo a vedere – conclude Francesco Martucci -. Deve passare questo periodo e potremo riprendere tutto quello che abbiamo interrotto”.
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