Via libera al pesce anche per i vegani. Non un vero pesce, si intende. Sugli scaffali dei supermercati si fa sempre più strada il “tofish”, finto pesce vegano, un prodotto a base vegetale appunto. Ma siamo veramente pronti?
Ormai ci siamo abituati a sentire parlare di prodotti “finti”. Sono quei cibi che prendono in prestito il nome dagli originali ma sono adatti a chi segue una dieta vegana. Dal momento che si tratta quindi di prodotti a base vegetale, ecco che viene comunemente accostato l’aggettivo “finto”.
Se facciamo un giro tra gli scaffali dei supermercati – non solo quelli bio altamente specializzati -, non ci stupisce vedere “finta carne”, “finto guanciale” per una “finta carbonara” e altri nomi del genere. Quello che suona come nuovo è il “finto pesce vegano”.
Da oggi infatti sarà possibile trovare anche tonno, calamari, gamberi e tanti altri prodotti prima impensabili per un vegano. Non si tratta di diavolerie dell’ultimo momento, ma di cibi a base vegetale che si avvicinano, per gusto e aspetto, a quelli originali.
I prodotti proteici “finti” erano già diffusi in tempi passati. Per non andare lontano, basta pensare al “pesce finto” tanto in voga nella tradizione culinaria degli anni Ottanta. Un prodotto che del pesce aveva solamente la forma.
Eppure la pratica di creare scenografici sostituti delle proteine animali, ma a base vegetale, affonda le sue radici nel Medioevo cinese. All’epoca delle dinastie Tang e Han, infatti, non era insolito vedere piatti che imitavano le sembianze di carne e pesce, ma che di fatto non lo erano.
Allora l’esigenza era di tipo religioso. Basti pensare, per esempio, al fatto che i buddisti sono vegetariani. Tra i monaci nacque poi l’esigenza di servire “finti animali” a base di glutine o tofu per intrattenere ospiti illustri. Industriandosi un po’ furono capaci di accontentarli senza trasgredire alla loro dieta.
In Cina non è insolito vedere cibi a base di seitan, tofu e soia che riproducono forme e sapori di cibi di derivazione animale. Ne sono un esempio, le polpette di frumento dal sapore di gamberetti, piatto della tradizione popolare cinese.
Negli ultimi tempi si sono diffusi regimi alimentari di ogni tipo. Tra questi, i più noti sono sicuramente il vegetariano e il vegano. La scelta di una dieta priva di cibi di derivazione animale, sia per motivi salutari che etici, ha avuto un vero e proprio boom. Per alcuni si tratterebbe di una “moda”.
Che siano scelte consapevoli o semplici mode del momento, la cosa certa è che i cibi a base vegetale sono oggi sempre più diffusi. Anche in Italia, infatti, sono arrivati il glutine e il tofu.
Basta mischiarli per bene insieme ad erbe e spezie per ottenere ogni sorta di forma che ricordi un prodotto animale. Se poi ci si aggiunge qualche alga ecco che il richiamo al mare salta immediatamente alle papille gustative e il “finto pesce vegano” è pronto.
Ormai ci siamo abituati a parlare di hamburger vegetali, polpette vegetali e altri prodotti del genere come sostituti della carne. Quello per cui ancora non siamo pronti – forse – è il finto pesce vegetale.
Probabilmente la maggiore sensibilità ai prodotti di carne deriva ad un più evidente problema ecologico e salutare. Quando si parla di pesce, invece, si pensa immediatamente ad un prodotto sano lasciando fuori dall’immaginario la pesca selvaggia. Potrebbe essere questo uno dei motivi che frena la diffusione di pesce vegetale sulle nostre tavole.
Eppure c’è qualcuno che prova a stupire con piatti di origine vegetale che abbiano la forma di pesci. L’azienda Happy Ocean Foods, per esempio, si pone come rivoluzionaria per la proposta di un gambero rosso del tutto vegano.
“Questo può sembrare un gambero, ma non lo è. In realtà è un sostituto vegetale a base di alghe rosse e verdi, fagioli mung, soia, sale marino e sciroppo di agave”, spiegano Julian Hallet e Robin Drummond fondatori dell’azienda.
Il prodotto è passato nelle mani dello chef stellato Florian Hartmann e di Sascha Barby rispettivamente, Corporate Culinary Expert e Senior Director Global Culinary Experts di RATIONAL. Insieme hanno realizzato piatti che non hanno alcunché da invidiare al vero gambero.
La materia prima utilizzata per studiare ed elaborare le varie ricette è molto simile al vero gambero rosso, pesa circa 0,3 oz., dimensioni e forma ricordano subito quella dei gamberi bolliti. Il prodotto si presta a diverse preparazioni, da fritto a bollito, fino alla versione in pastella.
Immagine di copertina dalla pagina Facebook Happy Ocean Foods
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