Nel 1950 Rosario Riccobono assieme alla moglie Vincenza Tomasello, aprono L’Agorà. Era un panificio frequentato dalla nobiltà locale, da artisti e personaggi dell’epoca, quali Leonardo Sciascia e Giovanni Castiglia. L’attività dell’antico forno a legna passa poi al figlio Francesco che nel 1999 realizza anche la pizzeria.
Una gloriosa tradizione di famiglia lunga da ben tre generazioni, oggi portata avanti da Alessandra con il supporto del padre, della madre Rosellina Cusimano e del fratello Rosario. Spinta dal desiderio di far conoscere le antiche ricette di famiglia, amplia la proposta dando vita anche al ristorante.
“Volevamo rivalutare i sapori del nostro territorio – racconta – attraverso le antiche ricette dei miei nonni. Perfino la pasta fresca è prodotta con le nostre mani, lo si nota dalla consistenza: è più callosa, grezza. Ha quell’effetto ruvido che permette al sugo di attaccarsi bene”.
Il profumo e il sapore sono rimasti immutati nel tempo. Si respira la stessa aria nella piccola viuzza che passa dal cuore del centro storico di Casteldaccia, in via Sabotino, 38. Il nuovo ristorante punta a una rivisitazione dei classici della tradizione siciliana, ponendo grande attenzione alla sostenibilità. La materia prima diviene racconto, espressione di una cucina e di un territorio. La cucina firmata dallo chef Giuseppe Roccaforte ha una forte impronta territoriale che rispetta i cicli stagionali e contiene tutti i sentori della Sicilia: spaziando dal mare alla terra.
Nel menù c’è una ricca proposta di piatti di pesce e di carne preparati con diverse tecniche di cottura che ne mantengono il gusto, la genuinità e la morbidezza. La scelta del vino migliore, la cura del personale come il fedelissimo maitre Salvatore Giammarresi e l’attenzione della materia prima confermano L’Agorà uno dei locali più amati e piacevoli in città, per una cena romantica, in famiglia o in compagnia di amici. Perfino il pane viene realizzato al forno a legna seguendo la ricetta del capostipite. E la pizza preparata da Francesco Riccobono, e cotta nel forno a legna, è un must: l’impasto che realizza nasce dai grani antichi siciliani e cereali moliti a pieta. E gli ingredienti sono il risultato di un’accurata ricerca. La morbidezza è data dell’idratazione dell’85/90% e a una lievitazione lunga 48 ore.
La sala grande al piano superiore è in grado di ospitare 130 coperti, mentre il primo piano dedicato agli aperitivi circa 30 posti a sedere. D’estate, alle sale interne climatizzate, si aggiunge la sala esterna con 60 posti. Il ristorante-pizzeria è aperto tutti i giorni a cena, chiude solo il martedì. Imperdibile il brunch della domenica per assaporare i prodotti del territorio e della tradizione dell’Isola.
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