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Nutrizione, l’allarme: “Il 50% dei bimbi obesi lo sarà anche da adulti”
02 Lug 2020 18:16

Il rischio che l’obesità infantile si prolunghi fino all’età adulta si fa sempre più concreto. A lanciare l’allarme in Italia è Lisa Mariotti, nutrizionista pediatrica del dipartimento di Medicina dell’Infanzia e dell’Età Evolutiva ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano, nonché referente della Società Italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps).

“Due bambini su dieci (20%) in Italia sono in sovrappeso e uno su dieci (10%) è obeso, con una tendenza crescente dal Nord al Sud. La fascia d’età più colpita è quella dai 6 anni in su”, dichiara Lisa Mariotti. Il campanello d’allarme che trilla più forte, però, è il fatto che “il 50% dei bambini e degli adolescenti obesi sarà così anche in età adulta”.

I Paesi più colpiti sono quelli del Sud Europa, soprattutto Italia, Spagna, Grecia e Malta. “Questi Stati- continua Lisa Mariotti- hanno un’incidenza maggiore di sovrappeso e obesità in età pediatrica e c’è anche una maggiore prevalenza di obesità grave, che è un livello più avanzato dell’eccesso ponderale”.

I bambini obesi sono maggiormente esposti a patologie di diverso tipo. “Un bambino su venti – spiega la dottoressa – ha dei livelli alti di glicemia con una sindrome prediabete. Il 30% ha livelli alti di colesterolo e trigliceridi, quindi è esposto alla sindrome metabolica e anche a un’incidenza di arteriosclerosi. Sempre il 30% dei bambini obesi ha un primo danno a livello epatico con il fegato ingrossato. Il 10% mostra già dei lievi livelli di ipertensione arteriosa. Inoltre, i rischi per questi bambini sono: complicanze gastrointestinali, respiratorie, ortopediche e psicosociali”.

Prevenire l’obesità è possibile. Le attenzioni, però, devono cominciare dall’età concezionale.  “Mantenere un corretto peso anche in gravidanza e non fumare; fornire l’allattamento al seno fino ai 6 mesi; calcolare bene l’alimentazione complementare; evitare i fast-food in età scolare e adolescenziale; ridurre l’esposizione ai cellulari, schermi e giochi sotto le due ore al giorno; aumentare l’attività fisica”, sono alcuni dei suggerimenti della dottoressa Mariotti.

Da non sottovalutare anche la distribuzioni dei pasti durante l’arco della giornata. Devono essere cinque, infatti, la colazione, il pranzo e la cena intervallati da una merenda al mattino e una al pomeriggio. È importante inoltre che ognuno di questi pasti abbia “il giusto apporto di tutti i nutrienti. Per fare ciò – conclude la dottoressa – si può utilizzare, come gioco divertente per i bambini, il ‘Nutripiatto’ elaborato e proposto dalla Sipps: una rappresentazione grafica per evidenziare come strutturare un piatto ideale, con una buona percentuale di verdure, grassi, acqua, carboidrati e proteine”.

L’educazione ad un’alimentazione sana e completa dovrebbe essere impartita sin dai primi anni di vita, per far sì che nel tempo le buone pratiche diventino consuetudini, riducendo i rischi per la salute, sia dei bambini che degli adulti.


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