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L’innovazione agricola e la filiera cerealicola 4.0, nuovi orizzonti
12 Giu 2021 08:03

Il nuovo decreto del Ministero dello Sviluppo Economico apre interessanti scenari in tema di innovazione, sostenibilità a promozione delle eccellenze territoriali attraverso la tecnologia. Sulla ripartizione dei cinquecento milioni di euro destinati al finanziamento dei contratti di sviluppo dal “decreto Agosto”, circa cento milioni riguarderanno programmi di sviluppo per la tutela ambientale o programmi di sviluppo di rilevante impatto ambientale attinenti alla trasformazione tecnologica dei prodotti o dei processi produttivi finalizzata all’aumento della sostenibilità ambientale, anche in un’ottica di economia circolare. Inoltre, saranno sostenuti e valorizzati programmi concernenti uno sviluppo coerente con il percorso nazionale di decarbonizzazione del sistema energetico e industriale, anche attraverso lo sviluppo delle relative filiere in settori industriali e tecnologici, in particolare attraverso l’utilizzo di idrogeno generato da fonti rinnovabili. Massimizzare la produzione agricola con il minimo impatto energetico è un altro elemento di analisi importantissimo per gli imprenditori agricoli che avviano processi aziendali e nuovi approcci organizzativi per la produzione. Ad ogni modo, il nuovo decreto del Ministero fa emergere l’importanza di avviare nuovi processi produttivi per le imprese agricole e induce a riflettere sull’importanza degli investimenti dedicati alla trasformazione tecnologica e innovativa dei prodotti. 

Nel mondo agricolo, tra le culture che più necessitano di innovazione ritroviamo quella cerealicola. Il frumento è da sempre la coltura agraria per eccellenza, materia prima di prodotti derivati tipici italiani riconosciuti in tutto il mondo. Nonostante le dimensioni medie aziendali del territorio italiano siano abbastanza ridotte, ampie aree geografiche sono coltivate con un’unica specie vegetale, diversificate molte volte in una o poche altre varietà e con processi produttivi non innovativi e tecnologici. Tali elementi hanno generato problematiche ai produttori nazionali e la conduzione intensiva delle colture crea un ambiente ancora più favorevole allo sviluppo dei parassiti o delle malattie che attaccano i raccolti. Assumono, quindi, un ruolo sempre più importante tutti quegli strumenti dell’Agricoltura 4.0 che permettono di monitorare grandi estensioni, anche da remoto, per individuare tempestivamente l’insorgenza di queste malattie e intervenire in modo efficace, limitando i danni e la perdita di produzione.

Attualmente, le sfide da affrontare sono molteplici e le nuove tecnologie arrivano in soccorso degli agricoltori, permettono di migliorare le performance delle operazioni svolte e salvaguardare il raccolto come possiamo monitorare con gli indici di vegetazione elaborati da immagini satellitari che schematizzano utili dati e informazioni per la gestione del frumento. Tali dati servono a identificare le aree soggette a stress e la loro evoluzione nel tempo. Inserire meccanismi innovativi all’interno della propria azienda agricola vuol dire intraprendere un rinnovamento dei processi produttivi e organizzativi dell’impresa finalizzati all’aumento della sostenibilità e della tecnologia. Un approccio condiviso e valorizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Effettivamente, come ribadito nel corso degli anni dalla Fondazione PRIMA, gran parte dell’attenzione degli esperti è incentrata sui processi organizzativi delle aziende agricole e in rapporto alla produzione del frumento è importante riflettere sulla sinergia che le aziende cerealicole del Mediterraneo devono avviare. Un progetto dedicato a tali tematiche, che ha per titolo “Governance of small mediterranean farms with a cereal vocation” (Go.S.Fa.Med), che è stato proposto alla Fondazione PRIMA, intende accrescere il settore della filiera cerealicola, con azioni precise di marketing, di accesso ai finanziamenti e con una gestione sostenibile e innovativa delle piccole aziende agricole.

Questo progetto dedica attenzione alle problematiche ambientali e alla tutela del consumatore, con l’importanza che devono avere rintracciabilità e caratteristiche igienico sanitarie del prodotto, attraverso l’apporto dell’innovazione tecnologica, al fine di migliorare e ottimizzare le fasi di produzione, trasformazione e vendita. Il progetto Go.S.Fa.Med, che è coordinato dall’Università Federico II di Napoli e da Gi & Me Association, presieduta dall’ingegnere Franz Martinelli, punta a riunire i diversi attori della filiera cerealicola dalla coltivazione alla lavorazione dei prodotti locali. Sostanzialmente, quanto ribadito dal professore Angelo Riccaboni, Presidente della Fondazione PRIMA, l’organo incaricato di attuare il Partenariato per la Ricerca e l’Innovazione nel Mediterraneo, risulta essere di estrema attualità, una prerogativa urgenza da concretizzare. In un recente webinar dedicato alla “Sostenibilità come opportunità per le imprese agroalimentari”, organizzato dal Santa Chiara Lab, Centro dell’Università di Siena per le attività di Innovazione, nell’ambito del progetto Siena Food Lab, finanziato dalla Fondazione MPS, il professore Riccaboni ha dichiarato che “sono necessarie trasformazioni organizzative e produttive per aver vantaggi dal punto di vista sociale ed economico. Tali trasformazioni possono avvenire anche grazie al contributo delle nuove generazioni all’interno delle aziende agricole. Coniugare nuovi processi produttivi, innovazione, tracciabilità, valorizzazione del prodotto e del territorio è una carta vincente per aziende e prodotti agricoli”. Poche parole per riassumere l’importanza dell’innovazione aziendale e dei processi produttivi per il futuro delle aziende agricole italiane e del Mediterraneo. 


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