Camminando verso il fiume Alcantara, frontiera naturale tra le terre nere e le terre bianche, a pochi passi dalla riva, incontriamo un’antica chiesa di origine bizantina, ancora intatta, è la Cuba di Santa Domenica. Un piccolo gioiello circondato da vigneti, alle cui spalle, alzando un po’ lo sguardo, possiamo scorgere il villaggio medievale di Castiglione di Sicilia. Questo è il luogo dove vogliamo portarvi oggi con i nostri percorsi di #iobevoitaliano.
Un luogo suggestivo, sul versante nord dell’Etna, dove Giulia Monteleone, suo padre Enrico e il suo compagno Benedetto Alessandro, hanno intrapreso la loro avventura di vita e di vino.
Non era scritto, anzi nessuno avrebbe immaginato che una giornalista, un ingegnere e un enologo avrebbero messo su un progetto di vino così interessante. E invece le loro strade si sono naturalmente intrecciate in contrada Cuba. Qui, in circa due ettari di vigne vecchie, e poco meno di un ettaro in contrada Pontale Palino, fanno vino dal 2017. Seppur il progetto è di giovane avvio, il loro approccio trasuda consapevolezza ed esperienza, che ritroviamo nei loro vini all’assaggio.
Tra le aree viticole più basse dell’Etna nord, la contrada Cuba si trova a circa cinquecento metri di altitudine, e gode dell’effetto rinfrescante del vicino fiume Alcantara. Su suoli detti mischi, ossia un misto tra sabbie vulcaniche ed argille, crescono da quasi cento anni, vigne di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e una piccola parte di Alicante. Tutti aspetti che concorrono a forgiare vini energici ed eleganti, i vini Monteleone.
Vi raccontiamo la prima annata, la 2017, dei primi due vini prodotti da Giulia, Enrico e Benedetto.
Un vino d’ingresso concepito per essere già un vino importante.
Nerello Mascalese e una piccola parte di Nerello Cappuccio che dopo la fermentazione, maturano per il 70% in tonneaux di rovere francese, sia nuovi che vecchi, la restante parte affina in acciaio, e poi assemblate continuano il loro percorso in bottiglia. Il vino arriva a noi dopo 18 mesi dalla vendemmia. Si presenta con un limpido rosso rubino e sentori di frutta rossa fragrante, violette, note ematiche e balsamiche. Ingresso morbido e polposo, poi la freschezza e i tannini ben presenti, chiudono il sorso energico e armonioso.
Un’espressione tipica e generosa dell’Etna.
Qui il Nerello Mascalese va d’accordo con l’Alicante proveniente dalle poche piante presenti nella parte del vigneto più vecchia. Una piccolissima produzione, di poco più di 1000 bottiglie, che vedono la luce dopo 24 mesi dalla vendemmia. Chi ne possiede qualche bottiglia, delle poche ancora in circolazione, è fortunato nel poter apprezzare l’evoluzione di questo vino, su cui già si potrebbe scommettere.
Bouquet complesso e profondo con sentori floreali e minerali, a cui si combinano note di ribes rosso e di spezie dolci come anice. Al palato è generoso, avvolgente, con una spiccata freschezza e importante trama tannica, che trovano equilibrio in un sorso elegante e persistente.
Entrambi ammiccano ad abbinamenti con piatti saporiti. L’Etna Rosso 2017 sarebbe proprio da provare con un gustoso hamburger, o ad accompagnare un aperitivo con formaggi stagionati, olive e pomodorini secchi. Cuba Etna Rosso lo abbinerei con una zuppa rossa di pesce, o magari con un ricco piatto di gulash.
Ecco dove poterli acquistare restando a casa:
In tutta Italia su:
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