Insieme a Federica Miorelli, studentessa universitaria ventenne, cercheremo di scoprire qualcosa in più su una cultura alimentare che pochi conoscono profondamente: quella di Hong Kong.
Ciao Federica, raccontaci chi sei e cosa fai?
Mi definirei una ragazza decisamente curiosa e pragmatica. Sono una studentessa universitaria di management del turismo, sport ed eventi presso la Libera Università trilingue di Bolzano, con sede a Brunico, in Alto Adige. Sono nata a Ginevra, ma l’infanzia e l’adolescenza le ho trascorse a Perugia, nella mia amata regione Umbria. Da amante della natura, rimango sempre incantata dalle numerose distese di campi di grano e girasoli che ricoprono la regione durante la stagione primaverile; non per caso il mio luogo preferito resterà per sempre Castelluccio di Norcia in piena fioritura.
Come mai hai scelto di andare in Erasmus ad Hong Kong?
La mia Università presentava vari scambi in Europa, in Canada e in Oriente. Adoro avventurarmi poiché ogni avventura, che sia piccola o grande, positiva o negativa, per me è pur sempre un’esperienza costruttiva; sin dal liceo mi ero ripromessa di partire in Erasmus durante il percorso universitario e di una cosa ero certa: non volevo assolutamente andarmene in Cina o dintorni. Il motivo? Non ne ero attratta. E invece dove ho passato cinque mesi della mia vita? Ad Hong Kong, una regione amministrativa speciale cinese! Partiamo con il dire che io non ero mai stata in Oriente. Questo aspetto mi spronava molto ad andare alla scoperta di un mondo completamente nuovo a livello non solo culturale, bensì sociale e culinario. Probabilmente era proprio questo che stavo cercando dopo due anni di convivenza con il Covid.
Come è la loro alimentazione?
Hong Kong si trova sulla costa sud della Cina, a circa 60 km a est di Macao. A est, sud e ovest confina con il Mar Cinese Meridionale, e a nord confina con la città di Shenzhen. Da questa introduzione si può dedurre che la cucina di Hong Kong racchiude diverse culture culinarie, quali la cantonese, l’occidentale, la giapponese e la sud asiatica. Le ragioni di questa vasta gamma di culture sono dovute al passato storico di Hong Kong, un tempo città prettamente commerciale e dell’impero coloniale britannico. Provenendo dall’Italia, dopo alcuni mesi, ho iniziato a sentire la mancanza di certi gusti e pietanze mediterranee.
Per quanto mi riguarda ci sono stati diversi aspetti che mi hanno stupito, in primis resterà la quantità di riso e carne che gli Hongkonghesi mangiavano durante la settimana, ma che sorprendentemente anche io sono riuscita a mangiare. Ad essere sincera, dopo lo scorrere di qualche mese, il mio stomaco chiedeva pietà, soprattutto per la quantità di carne assunta. Da sottolineare: il riso non è come quello che viene cucinato da noi, al contrario risulta molto leggero e come tipo di chicco si colloca tra il Venere, il Ribe e il Roma. Proprio per questo motivo il riso viene usato come noi usiamo il pane, è presente all’interno di zuppe di noodles o ramen e come contorno di molti piatti di verdure, pesce e carne. Alcune volte, viene anche usato per la preparazione di dolci. Ecco, a questo proposito ho notato che i dolci e lo zucchero non sono tipici della cucina hongkonghese. In diverse occasioni mi è capitato di avere l’acquolina in bocca dalla vista di certi dolcetti, per poi scoprire che di dolce c’era solamente l’aspetto estetico! In altri casi è stato stupendo per le mie papille gustative assaporare dei soffici mochi al mango, dolci costituiti da riso glutinoso.
In generale ad Hong Kong si mangiano piatti quali zuppe, ramen, noodles di soia o di riso, verdure al vapore, congee, mochi, egg tart, egg bubble waffle, tofu, fishballs & meatballs (ovvero polpette di pesce & carne) e come anticipato riso, pesce e carne. In alcuni piatti di carne, soprattutto quelli con salse, come quella al curry, è presente il peperoncino. Più di una volta ho chiesto “no spicy” (non piccante), ma con scarsi risultati. Con il tempo mi sono abituata al cibo piccante, aumentando il mio livello di sopportazione.
In ogni quartiere di Hong Kong è facile ritrovarsi in delle vie con bancarelle o ristoranti di cucine autentiche, come quella giapponese, coreana, tailandese, malesiana, vietnamite, indiana, americana, cinese, messicana ed europea. Ovviamente trovandosi ad Hong Kong, la scelta mia e dei miei amici ricadeva quasi sempre sulle cucine orientali. Esistono anche dei piatti particolari, quali zuppe di squalo e di serpente, che però non ho avuto l’interesse di provare.
Il baozi al taro è stato una vera e propria scoperta. Esistono vari tipi di baozi ma partiamo con il dire cosa è un baozi (包子, bāozi). Si tratta di un panino ripieno cotto al vapore. Avete presente i paninetti bianchi presenti nel film “Kung Fu Panda”? Ecco si, proprio quelli! I baozi possono essere ripieni di carne, funghi, verdure tritate, crema dolce-custard, patate dolci… e quelli più atipici sono proprio quelli preparati con il taro, risultando così in un baozi di colore viola. Il taro è una sorta di radice, un tubero amidaceo per essere più precisi, simile alla patata, ricco di vitamine del gruppo B, cucinato per realizzare piatti salati e dolci in quanto il sapore è leggermente dolciastro e nocciolato. Un’altra scoperta favolosa è stata la “Cantonese Sponge Cake”, una torta dessert popolare nel Guangdong e a Hong Kong. Si tratta di un pan di spagna preparato con il “brown sugar” non altro che dello zucchero grezzo macinato finemente e mescolato con la melassa da cui prende il tipico colore bruno e consistenza umida. La vista di questa torta e la consistenza sono proprio come quelli di una spugna, da cui prende il nome e l’aggettivo inglese adatto è “fluffy”, in quanto si tratta di una torta sofficissima.
Quali sono le maggiori differenze che hai notato con la nostra cucina?
La prima differenza che un italiano doc può evidenziare è spesso l’assenza di piatti semplici conditi solo con olio d’oliva e sale. Le pietanze vengono preparate con salse saporite come salsa al curry, salsa cocktail, ai funghi, di soia… e spesso piccanti; oppure con semi, quali di sesamo e girasole. Quando si parla di spaghetti e noodles bisogna sapere che nella maggior parte dei casi non sono preparati con farina di grano ma con farina di riso o di soia, risultando così super leggeri e ottimi per la digestione. Ciò che mi ha reso difficile la digestione spesso, non è stata la quantità di noodles presenti sul piatto ma le salse usate per condire, le quali rendevano il pranzo o la cena tutt’altro che leggera.
Un’altra differenza evidente è la presenza della zuppa nei menu. Da noi non è frequente trovare zuppe nei ristoranti, invece, ad Hong Kong, è comune sorseggiare della zuppa fumante e saporita insieme a del riso, della carne o dei noodles. A questo proposito vorrei presentare uno dei piatti più buoni a parer mio: il ramen, composto da noodles immersi in un brodo molto saporito, che può essere di carne, pesce, verdure oppure di pesto o aglio, accompagnato da ingredienti vari come insalata, uova e fette di carne.
Un’altra peculiarità la si trova nei dolci. L’arte della pasticceria non è infatti come la nostra o come quella francese, gli ingredienti sono altri e quindi ciò che viene venduto è completamente diverso dai classici pasticcini che possiamo immaginarci di fronte ad un bancone di un forno o di una pasticceria. Utilizzano principalmente mandorle e farina di riso e molti dolcetti sono preparati con il pandan, una pianta tropicale utilizzata principalmente in Asia del sud. Il suo sapore è delicato quasi impercettibile. È comune ad Hong Kong trovarsi di fronte ad un Pandan Chiffon Cake, ad un muffin o waffle preparato con il pandan o con il pandan sottoforma di crema. Una delizia per il palato!
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