Gorgonzola Dop, crescita dell’1,49% nell’anno della pandemia

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Il Gorgonzola Dop continua la sua crescita. Un trend iniziato già dodici anni fa e che lo ha portato ad un incremento della produzione dell’1,49%, nel 2020. Sono i dati diffusi dal Consorzio di tutela, che ha sede a Novara.

Gorgonzola Dop, crescita dell’1,49% nell’anno della pandemia

Immagine da Pixabay

Cresce la produzione di Gorgonzola Dop. Nel 2020 sono state 5.100.423 le forme realizzate, un aumento del 5,18% rispetto a due anni prima. A gennaio 2020, inoltre, si è registrata la produzione massima mensile degli ultimi cinque anni. Un record che ha fatto toccare le 492.269 forme.

“Non era così scontato, nell’anno contrassegnato dallo scoppio della pandemia da Covid, – commenta il presidente del Consorzio Gorgonzola, Antonio Auricchio – riuscire a mantenere il segno positivo nella produzione e nelle esportazioni. Seppur con aumenti più contenuti, la produzione di Gorgonzola Dop si è mantenuta ben al di sopra del tetto dei 5 milioni di forme, raggiunto per la prima volta nel 2019, confermando il trend in costante crescita degli ultimi 12 anni”.

“Va fatto un plauso – conclude Auricchio – a tutte le 39 aziende associate e alle circa 1800 aziende agricole che hanno assicurato la produzione di un’eccellenza italiana come il Gorgonzola, pur operando in condizioni non facili”.

Una produzione in espansione

Il Piemonte si aggiudica il primato a livello regionale. È qui, infatti, che si sono concentrati i due terzi della produzione. Un tesoro di 3.616.765 forme. Seguono poi le province lombarde.

L’offerta è diversificata, per accontentare tutti i palati. Si pensi, per esempio, che l’11,3% del totale (576.877 forme) è stato destinato alla produzione di Gorgonzola Piccante.

Per quanto riguarda l’export, sempre nell’anno della pandemia, sono state esportate 1.603.000 forme, una percentuale del 2,85 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La destinazione principale è l’Unione Europea. Al primo posto, tra i paesi importatori, si piazza la Germania con 486.446 forme. Brusco calo invece delle quote del Regno Unito, -21,26%, “in larga parte imputabile – sostiene il Consorzio – alle politiche della Brexit”.

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