Dpcm, ristoranti chiusi alle 18: impatto economico devastante, perdita di oltre un miliardo

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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato stamattina il Dpcm che contiene le nuove misure per il contenimento dei contagi di Coronavirus. Tra queste, anche la chiusura anticipata alle 18 della ristorazione. Unanime il grido d’allarme degli operatori del settore. Secondo le stime di Coldiretti, infatti, la chiusura alle 18 costerebbe al Paese un miliardo in cibo e vino.

Ristoranti chiusi alle 18, impatto economico devastante

L’impatto economico delle nuove misure sull’intera filiera agroalimentare sarà devastante. La chiusura anticipata alle 18 e la diffusione dello smart working che taglia le pause pranzo porteranno al crollo delle attività di bar, gelaterie, pasticcerie, trattorie, ristoranti e pizzerie. La perdita di fatturato per le mancate vendite di cibo e bevande nel solo mese di applicazione delle misure di contenimento – in vigore dalla mezzanotte del 26 ottobre fino al 24 novembre – sarà di oltre un miliardo.

Un drastico crollo dell’attività che – sottolinea la Coldiretti – pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco”.

“In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato”.

La situazione era ben diversa prima della pandemia. “La spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa prima dell’emergenza coronavirus – sottolinea la Coldiretti – era pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani”.

“Nell’attività di ristorazione – continua la Coldiretti – sono coinvolte circa 330mila esercizi tra bar, mense e ristoranti lungo la Penisola ma anche 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,8 milioni di posti di lavoro”.

Coldiretti: “Prevedere un adeguato sostegno economico”

“Le limitazioni alle attività di impresa devono dunque prevedere un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e misure come la decontribuzione protratte anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di stato”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Il presidente, inoltre, sottolinea la necessità di “salvaguardare il sistema agroalimentare nazionale che rappresenta la prima ricchezza del paese e svolge un ruolo da traino per l’intero sistema economico Made in Italy in Italia e all’estero”.

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