Il Natale ormai è arrivato. I dolci indiscussi sulle tavole delle Feste sono il pandoro e il panettone. I sostenitori dell’uno o dell’altro vi diranno che la loro è sicuramente la scelta migliore, le due schiere sono spesso estremiste. Noi oggi vi parliamo del pandoro, la stella di Verona. Ecco come riconoscere un buon pandoro usando solamente i vostri sensi.
Come riconoscere un buon pandoro usando solamente i vostri sensi
Per riconoscere un buon pandoro basta fare affidamento solamente su se stessi. I vostri sensi vi basteranno.
Come si presenta (vista), se è morbido (tatto), che profumo ha (olfatto), l’assaggio (gusto).
Sono questi i parametri da osservare per capire se si ha davanti un prodotto di qualità. Vediamoli insieme uno per uno.
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Vista: come si presenta il pandoro
Il pandoro classico ha la forma di una stella a otto punte. La sua realizzazione non è proprio una passeggiata. Esistono gli stampini, questo sì, ma il risultato non è sempre quello sperato.
In un pandoro fatto bene le punte devono essere ben dritte e regolari. Fate attenzione anche alla parte superiore del dolce, non deve presentare macchie o avvallamenti. Il pandoro è un lievitato e come tutti i prodotti di questo genere, la parte che tiene più sulle spine è proprio la lievitazione. La sua forma deve essere omogenea anche nel colore. Cercate un prodotto dorato (ecco perché si chiama “pan d’oro”) e dal colore uniforme, senza parti più scure.
Dopo aver osservato il vostro pandoro appena scartato, procedete al taglio. Non addentatelo subito però, c’è ancora un altro aspetto da osservare per capire se vi trovate davanti un buon prodotto. Guardate l’alveolatura. Sono quella sorta di “buchi” che si vedono al taglio. I buchi nel pandoro devono essere tutti uguali e molto piccoli.
Tatto: la morbidezza
Il pandoro deve essere morbido. Immaginate un cuscino soffice, come una nuvola. Ecco, quello è un pandoro ben fatto. Al tatto, infatti, non deve essere né unto né umido, ma morbido e asciutto. Se lo schiacciate, deve ritornare alla forma iniziale.
Come non tutte le ciambelle riescono col buco, non tutti i pandoro hanno la stessa morbidezza. Considerate che dipende dalla quantità di burro e uova utilizzare. Sappiate però che se è duro, non va bene. Allo stesso tempo non deve schiacciarsi durante il taglio – operazione per la quale vi consigliamo un coltello seghettato. O meglio, come anticipato, deve tornare presto in forma se si schiaccia.
Il rischio è che sia acquistato un prodotto buono simile alla pasta modellabile con cui giocano i bambini oppure, al contrario, un pandoro che si sbriciola a contatto con il coltello. In entrambi i casi, vi consigliamo di cambiare pandoro o scegliere direttamente un altro dolce da portare a tavola.
Olfatto: il profumo
Generalmente un buon pandoro profuma di vaniglia e burro. Se l’odore è troppo intenso, però, è probabile che sia stata usata la vanillina.
A volte qualcuno aggiunge agrumi all’impasto e l’odore è davvero inconfondibile. In alcune varianti artigianali potreste sentire un odore più pungente. Niente paura, è solo la pasta madre o una vaniglia più intensa.
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Il gusto: l’assaggio
Abbiamo detto “morbido come una nuvola”. Che nuvola sia anche in bocca. Un buon pandoro, infatti, si scioglie in bocca. Non deve impastarsi e diventare una piccola palla di piombo difficile da mandar giù.
Inoltre, una volta mangiato, il palato deve rimanere fresco e leggero. Quando il prodotto è troppo unto o non cotto bene, anche l’alito ne risente.
Ricordiamo anche che il pandoro ha un accessorio di tutto rispetto: lo zucchero a velo. Anche qui, è una questione di gusto: ci sono gli amanti del prodotto in purezza e chi lo preferisce innevato. A voi la scelta, ma se volete coinvolgere anche l’udito, dovete per forza agitare il pandoro dentro alla sua busta e permettere allo zucchero a velo di depositarsi in ogni suo punto.
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