Antipasti di Capodanno
Ogni pasto che si rispetti comincia con un antipasto. Un modo per stuzzicare l’appetito ed introdurre le portate principali. Meglio quindi che l’antipasto sia leggero, per non riempirvi subito.
Anche per le Feste di Natale ogni regione ha le proprie tradizioni. Ecco perché non esiste un menù che accomuni l’intera Italia. Da Nord a Sud, il cenone di San Silvestro sfoggia il meglio della cucina italiana. Ci sono comunque alcuni punti fermi che vengono sempre rispettati.
Generalmente infatti gli antipasti di Capodanno si compongono di formaggi e verdure. Le verdure, anche grazie alle loro proprietà depurative, sono il più valido degli ingredienti per l’antipasto da preparare in occasione del pranzo di Capodanno. Cime di rapa, cicoria e bietole, bollite e servite con un abbondante filo d’olio d’oliva, sono non a caso l’antipasto scelto da tanti italiani. Un classico per eccellenza è l’antipasto all’italiana, fatto di formaggi misti, salumi, olive e bruschette.
Il Meridione porta in tavola latticini di ogni tipo, dalle mozzarelle alla ricotta. Man mano che si risale lo Stivale, ci si sposta verso le patate, ricette diverse ma immancabili.
Capodanno, menù della tradizione: il primo e il secondo
Per Capodanno, il menù della tradizione prevede un primo di mare. Non possono mancare infatti spaghetti o risotto ai frutti di mare. Ognuno, poi, apporta le proprie varianti, ma la base sa di salsedine. I grandi classici delle festività prevedono anche cappelletti, agnolotti, anolini o tortellini in brodo.
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L’uno gennaio invece è il ragù a fare da padrone. Lasagne, tagliatelle o pasta fresca fa poca differenza, il ragù di carne rimane il re indiscusso della tavola.
Per quanto riguarda il secondo, invece, il cenone prevede generalmente il polpo, il baccalà, l’arrosto e la salsiccia. In ogni caso si accontenta tutti con scelte di pesce o di carne. Scaloppine, crudo di mare – tra cui le ostriche –, salmone, frittura, capitone, agnello e manzo sono invece le classiche parole d’ordine per il secondo nel pranzo del giorno dopo.
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Cotechino e lenticchie, gli immancabili
Se c’è una pietanza che accomuna tutte le tavole di Capodanno è sicuramente il cotechino con le lenticchie. Un piatto considerato un portafortuna per il nuovo anno e quindi immancabile per il cenone di San Silvestro.
Sin dai tempi degli antichi Romani, le lenticchie, infatti, sono sinonimo di buona fortuna e prosperità per la loro forma somigliante alle monete. Generalmente si preparano in umido. Una ricetta molto semplice. Dopo averle tenute una notte a bagno, basta cuocerle per circa quaranta minuti in una casseruola con un soffritto cipolla, sedano e una carota tritate, oltre ad un poco di concentrato o di passata di pomodoro, e poi servire ancora calde con l’aggiunta di sale, un filo d’olio e pepe.
Così cucinate, le lenticchie diventano un ottimo contorno per un altro grande piatto della tradizione di fine anno. Per il cenone di San Silvestro, infatti, non può mancare il cotechino o, in alternativa, lo zampone. Si tratta di un insaccato di maiala preparato con cotenna, diversi tagli di carne, sale e spezie. Ha una consistenza grassa e un gusto deciso, molti infatti si limitano ad un assaggio. L’umore rilasciato sulle lenticchie, però, dona un gusto davvero eccezionale. Che si anche solo un assaggio, sarà sicuramente caldo ed avvolgente.
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La tradizione vuole che allo scoccare della mezzanotte si mangino le lenticchie, ancor meglio se accompagnate dal cotechino. Questa pietanza, infatti, è ottima per il cenone di San Silvestro o come secondo per il pranzo del primo gennaio.
Concludere con dolcezza e bollicine
A fine pasto non possono mancare la frutta secca, la melagrana e l’uva. Anche questi considerati cibi portafortuna e sempre presenti sulle tavole di fine anno. Accanto a questi anche arance e mandarini, soprattutto le clementine, un classico nelle tavole natalizie.
Per concludere con dolcezza, i classici pandoro e panettone sono accompagnati da cantucci, zuccotto, torte di pere e cioccolato. E ancora torrone, torta di ricotta e mele, fichi secchi. Il tutto accompagnato dalle bollicine per brindisi spumeggianti.
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