San Patrignano è una comunità che accoglie ragazze e ragazzi con problemi di tossicodipendenza. Siamo a Coriano, in provincia di Rimini e la storia nasce tanti anni fa. Il progetto parte nel 1978 con Vincenzo Muccioli che mette a disposizione le sue proprietà per accogliere la prima ragazza tossicodipendente. Dal primo giorno ad oggi, la comunità ha accolto oltre 26.000 persone. Ad oggi gli ospiti in percorso a “Sanpa” sono circa 1200. La comunità per le persone in cura, è totalmente gratuita.
Circa il 50% delle spese vengono coperte con le molte attività lavorative intraprese dai ragazzi all’interno del centro. Oltre al sostentamento, l’approccio al lavoro permette anche di formare i ragazzi per il dopo, cosi da agevolare un futuro inserimento lavorativo.
I primi anni della comunità sono stati caratterizzati da questo stretto legame con la terra, quindi con agricoltura ed allevamento. Per il fondatore, era fondamentale il lavoro nei campi per ritrovare i valori della vita persi strada facendo. L’agricoltura, mestiere duro e faticoso, con la giusta attesa, permette di veder fiorire i piccoli semi messi tempo prima. L’attesa e l’entusiasmo sono valori che un tossicodipendente perde o altera. Ancora oggi a distanza di anni, l’agricoltura e l’allevamento, come moltissimi altri settori, sono alla base della struttura.
Il grande lavoro nell’agroalimentare porta anche il nome di Andrea Muccioli. Negli anni di presidenza della comunità, sono state moltissime le innovazioni apportare dal figlio del fondatore. Oggi nei pressi della struttura troviamo il ristorante “Vite”, dove l’eccellenza e la professionalità sono di casa: ricerca nei piatti, menu degustazione e spirito gourmet.
E poi abbiamo SP.accio. Quest’ultimo nasce nel 2008 come negozio di vendita delle eccellenze della comunità. All’interno è possibile acquistare tutti i prodotti che vengono creati dai ragazzi in percorso. Salumi, vino, formaggio, pasta, pane e prodotti da forno, miele, conserve, borse, tessuti e pelletteria. Inoltre, ad affiancare la vendita di prodotti, ci sono i ragazzi che possono accogliervi nel ristorante-pizzeria del negozio.
Oltre 100 posti disponibili all’interno di una ex stazione di posta settecentesca che è solo una delle molte meraviglie che San Patrignano offre. Se invece non potete recarvi a San Patrignano oppure non riuscite a farlo quanto prima, niente paura. Da alcuni anni la comunità ha un e-commerce efficientissimo dove poter acquistare moltissimi prodotti. Sono veramente tante le categorie: vino, formaggi, salumi, forno, casa, artigianato, beauty e via dicendo.
Sono solo alcuni dei valori agroalimentari che troviamo in comunità. Artigianalità, qualità e ricercatezza sono altri. Se parliamo di sostenibilità non possiamo non parlare di un progetto che ha visto protagonisti creativi de calibro di Michele De Lucchi, Mario Botta, Arnaldo Pomodoro, Gualtiero Marchesi e molti altri. Sto parlando del progetto: “Barrique, la terza vita del legno” ideato da Maurizio Riva che vedendo le barrique in comunità ha avuto subito la brillante idea di riciclarle. “Ragazzi che si recuperano per barrique che rivivono in oggetti di design”. I ragazzi del laboratorio di design della comunità hanno subito messo a disposizione i loro saperi creando oggetti quali lampade, dondoli, librerie, sedie e tavoli che sono stati al centro di mostre e apprezzamenti di esperti architetti e designer.
Come stiamo assistendo oramai da anni, il panorama enologico italiano è in continua crescita come anche quello romagnolo. Ciò si rispecchia anche in ciò che produce San Patrignano, ovvero vino di ottima qualità. Una gamma veramente ampia di vini bianchi, rossi e anche spumanti che sorprendono tutti. Eleganza e piacevolezza come parole d’ordine.
L’esposizione della comunità vanta di un macroclima veramente interessante che si rispecchia nei prodotti finali. Monti e mare fanno da cornice a un panorama enologico che va dai classici vitigni autoctoni della regione come il Sangiovese di Romagna, a diversi internazionali quali Merlot, Cabernet Franc e Sauvignon, Chardonnay e Pinot nero.
La direzione della cantina è affidata a Luca D’Attoma, che prosegue l’ottimo lavoro ventennale del grande enologo Riccardo Cotarella. Gli ettari vitati sono oltre 100 e le bottiglie annualmente si attestano a circa 600.000.
Dopo la vendemmia svolta a mano dai ragazzi della comunità, le uve arrivano in cantina sotto gli occhi dei sapienti cantieri che iniziano i processi di vinificazione. Il lavoro che riguarda il vino, occupa i ragazzi tutto l’anno. Lavorare in cantina permette di acquisire quel potenziale lavorativo che, terminato il percorso, cantine e aziende vitivinicole saranno pronte ad accogliere.
L’allevamento va di pari passo con l’agricoltura. Sono stati i primissimi lavori introdotti dal fondatore. Da ricordare la grande passione per gli animali di Vincenzo Muccioli che poi si mostra con i molti titoli vinti dalla scuderia di San Patrignano, arrivando ad ospitare anche il campionato mondiale di salto ad ostacoli nel 2005.
I molti allevamenti della comunità danno vita a decine prodotti che sono stati precedentemente elencati. Tra i formaggi possiamo degustare dei formaggi ovini, vaccini e caprini. Gli animali sono 100% italiani e allevati in maniera non intensiva.
La norcineria della comunità, oltre a formare esperti macellai (uno dei lavori che sta scomparendo), dà vita a ottimi tagli di carne. L’attenzione per gli animali ha portato alla riscoperta della razza “Mora Romagnola” oramai scomparsa. Oggi la Mora Romagnola è un presidio slow food ed è grazie agli studi della comunità se un pezzettino di patrimonio agroalimentare italiano è tornato a vivere. Se fate un salto al ristorante Vite, date una occhiata alla selezioni di salumi.
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