La pandemia di Coronavirus ha portato alla riduzione del consumo di carne in Italia, durante la quarantena. Le macellazioni hanno subito un calo del 19% e questo ha notevolmente inciso sul sistema degli allevamenti italiani.
Il virus fa ridurre il consumo di carne in Italia
A causa del virus che si è diffuso nel 2020, nel primo semestre dell’anno le macellazioni di bovini sono scese del
17,8%, quelle dei suini del 20,2% rispetto allo stesso semestre del 2019. Lo rileva l’Istat.
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Nel mese di giugno, invece, quindi alla fine del periodo si quarantena, si registra un recupero del numero dei capi macellati per entrambe le categorie. Come dire, qualche bistecca alla fiorentina e grigliata mista nei ristoranti sono stati ordinati.
L’impatto della pandemia è evidente anche sull’import di carni. Sempre secondo i dati Istat, nel primo semestre del 2020 diminuisce l’importazione di bovini e bufalini (-1,2%) e, più marcatamente, quella dei suini (-21,6) sullo stesso periodo dell’anno precedente. Aumenta invece l’export sia dei capi bovini e bufalini (+15,1%) che dei suini (+2,2%).
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Sul fronte dei listini, rileva ancora l’Istat, le aziende registrano una marcata riduzione dei prezzi di vendita (-63,4%). La diminuzione dei prezzi riguarda soprattutto le aziende del Nord Italia (più del 70% delle aziende) mentre è inferiore al Centro-Sud (meno del 50%). Secondo i dati, circa l87% dei grandi allevatori ha rivisto a ribasso i listini per far fronte alla situazione.
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