Sono pesanti le ripercussioni dell’emergenza coronavirus sull’economia italiana e in particolare sul settore della ristorazione e del Made in Italy. La pandemia, infatti, ha causato un crack da 2 miliardi di euro all’olio d’oliva italiano, a causa della chiusura forzata di bar, ristoranti e agriturismi e l’azzeramento delle presenze turistiche. Il dato è emerso da un’analisi della Coldiretti in occasione dell’assemblea di Unaprol, la principale organizzazione di aziende olivicole.
“Il risultato è un danno economico e d’immagine grave per l’Uliveto Italia – denuncia Coldiretti – che, unito agli effetti del coronavirus, rischia di rovinare i buoni risultati ottenuti a livello produttivo, grazie a una quantità di 365 milioni di litri, più che raddoppiata rispetto alla disastrosa annata precedente, seppur ancora sotto la media del decennio”.
Olio d’oliva, il Sud Italia traina il Paese
A trainare la produzione Made in Italy sono state soprattutto le regioni del Sud, dove il raccolto è in qualche caso addirittura triplicato. Un incremento peraltro in controtendenza rispetto al dato mondiale in calo del 5%. Per rilanciare il settore Coldiretti ha elaborato un piano salva ulivi con un pacchetto di misure straordinarie a sostegno delle imprese agricole e frantoi che operano in filiera corta, quelle oggi maggiormente a rischio, con lo sblocco immediato delle risorse già stanziate per l’ammodernamento della filiera olivicola, anche attraverso la semplificazione delle procedure.
Servono poi – continua Coldiretti – meccanismi di flessibilità per la certificazione delle produzioni di qualità a partire da Dop (Denominazione di origine protetta), Igp (Indicazione di origine protetta), biologiche e Sqnpi (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata), anche attraverso finanzianti specifici. Una misura importante per l’Uliveto Italia – continua Coldiretti – ma anche per la salute dei cittadini l’acquisto di extravergine italiano al 100% da destinare alle famiglie più bisognose.
Olio d’oliva, servono interventi immediati
Nell’immediato vanno poi assicurati sostegno a fondo perduto – conclude Coldiretti – per le imprese produttrici di olio 100% tricolore per compensare la riduzione delle vendite e un aiuto integrativo per gli olii certificati Dop e Igp in giacenza, sfusi o confezionati non venduti alla data del Dpcm dell’11 marzo.
«Ma serve anche sostenere con massicci investimenti pubblici e privati la ripresa delle esportazioni con un piano straordinario di comunicazione sull’olio che rappresenta da sempre all’estero un prodotto simbolo della dieta mediterranea» ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «si tratta di un’esigenza tanto più pressante se si considera che sulle esportazioni di olio italiano rischiano anche di abbattersi i dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump nell’ambito della disputa con l’Ue sul settore aeronautico».
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