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Feudi del Pisciotto proclamato «luogo della memoria»
17 Lug 2025 19:19

Feudi del Pisciotto è stato eletto ufficialmente Luogo della memoria dello sbarco americano del 9 luglio 1943, nella vicina Gela, e dello scontro violentissimo che avvenne proprio nei terreni di Feudi fra i paracadutisti e militari americani, i militari tedeschi e italiani in ritirata. Alla cerimonia, promossa dall’Associazione Lamba Doria, presieduta da Michele Curto, in collaborazione con il sindaco di Niscemi, Massimiliano Conti, e alla presenza di altre autorità del territorio, hanno preso parte delegazioni della base statunitense Nas Sigonella, accompagnate dal responsabile delle relazioni esterne, Alberto Lunetta. Tra le autorità intervenute, il capitano di vascello Daniel Martins, comandante della Nas Sigonella, il capitano di fregata John Leeds, comandante del gruppo volo aerei antisommergibile VP-5, e una delegazione del Comando di telecomunicazioni e computer systems (Ncts). Erano inoltre presenti, in rappresentanza del Comando aeroporto di Sigonella e del 41° stormo dell’Aeronautica militare, il colonnello Luca Viarengo, direttore dell’11° reparto manutenzione velivoli di Sigonella, e, in rappresentanza delle Forze armate tedesche il colonnello Oliver Eckstein, ufficiale più elevato in grado delle Forze armate tedesche di stanza a Sigonella che ricopre anche il ruolo di chief of staff presso la Nato Isr di Sigonella.

Tra le bandiere dei rispettivi Paesi, che sventolano dal 12 luglio in segno di amicizia, fratellanza e pace, Paolo Panerai, presidente e attuale proprietario di Feudi del Pisciotto, ha svelato insieme agli esponenti dei tre eserciti oggi alleati e al cospetto dei sindaci non solo di Niscemi, ma anche di Butera e Mazzarino, il pannello dove è sintetizzata la storia dello scontro consumatosi in questi luoghi all’avvio della marcia di liberazione delle truppe americane.

Una storia riportata alla luce e alla memoria grazie all’impegno dell’associazione Lamba Doria – sezione di Gela – che ha raccolto importanti testimonianze sul fatto che Feudi del Pisciotto, feudo siciliano del XVII secolo, oggi tenuta vitivinicola con resort e ristorante, sia stato teatro di un evento molto significativo. Il Feudo, infatti, era di proprietà e rifugio durante la guerra della famiglia Tedeschi-Cartia-Schininà di Ragusa. Tra questi Girolamo Cartia, che il 9 luglio del 1943 aveva sei anni e che è mancato proprio poche settimane prima della rievocazione di quei fatti, allora di sangue e oggi di pace, rappresentato dal figlio Giacomo, medico a Gela.

Due paracadutisti in avanscoperta all’imbrunire atterrarono proprio nel cortile del Baglio (il nome siciliano dell’abitazione delle fattorie). Bussarono alla porta sprangata. Andò ad aprire un inserviente, al quale uno dei due paracadutisti, in uno stentato italiano e con palese accento americano, chiese secco: «Tedeschi?». L’inserviente rispose di sì perché la signora proprietaria del Feudo si chiamava proprio Tedeschi. Allora i due paracadutisti entrarono con il mitra spianato, ma in pochi istanti l’equivoco si chiarì e fu concordato che la mattina prestissimo, prima dell’alba, le persone presenti avrebbero lasciato il luogo, perché lì si sarebbe consumato lo scontro. Guidati dal tenente willis J. Ferril, i paracadutisti furono protagonisti dell’inizio di un’epopea tragica ma liberatoria. E così Feudi del Pisciotto e i terreni intorno divennero teatro di scontri tra gli americani e i nuclei anti paracadutisti italiani, in prima battuta, e poi i tedeschi. In particolare, a mezzogiorno dell’11 luglio, gli uomini del Tenente G. J. Watts si unirono agli uomini del Tenente Ferril: erano 95 soldati. Nel pomeriggio videro arrivare una colonna tedesca di circa 700 uomini. Iniziò un combattimento furioso, ma le mura della residenza erano robuste e resistettero ai colpi ricevuti. Alla fine i tedeschi si ritirarono, lasciando sul terreno circa 50 morti e parecchi feriti. Gli americani persero 5 uomini e 15 feriti. Le mura di Feudi sono ancora oggi testimoni di quello scontro perché mostrano i solchi lasciati dalle pallottole delle mitragliatrici.

«Sette anni fa – ricorda Paolo Panerai – ricevetti una lettera dall’Associazione paracadutisti Usa con la quale mi veniva comunicato che un paracadutista (evidentemente novantenne) aveva riconosciuto da un servizio fotografico sui nostri vini di Feudi, ambientato nel Palmento tra le vasche per la pigiatura dell’uva, le mitragliate sul muro. Era il luogo dove i soldati americani avevano combattuto contro i tedeschi. E ci mandarono insieme alla lettera una foto dall’alto».

Quella foto probabilmente l’aveva scattata Robert Capa, il più grande fotoreporter di guerra di tutti i tempi, che si fece paracadutare la sera del 9 luglio 1943, su un’area dell’entroterra deserta, rimanendo appeso a un albero per un’intera notte. Fu lui a documentare lo sbarco degli alleati in Sicilia e i combattimenti e oggi le sue foto sono in mostra al Museo di Troina.

Feudi del Pisciotto è un luogo carico di fascino e di suggestione, non solo perché è un Feudo del XVII secolo che ospita il Palmento più grande della Sicilia Orientale, dove un tempo si pigiavano le uve, ma anche perché è appunto un «luogo della memoria» dove è stato scritto un capitolo di storia fondamentale della liberazione della Sicilia e quindi dell’Italia. Il Feudo oggi accoglie una nuova cantina, un ristorante all’interno del palmento completamente restaurato e un raffinato wine relais dove è possibile vivere esperienze fondate su ospitalità d’eccezione, enogastronomia di qualità in uno scenario indimenticabile.

«Dopo le feroci battaglie che avviarono dalla Sicilia la liberazione dell’Italia dal nazismo e dal fascismo – commenta Panerai – il vino, senza il quale non si può celebrare la santa messa, ha fatto il miracolo di riunire le autorità del luogo con i militari eredi di coloro che allora erano nemici e ora, quando sono tornati venti di guerra, sono alleati per garantire la pace nel mondo».

La cerimonia si è conclusa brindando con i vini di Feudi nella pineta del Pisciotto dove risulta sepolto, anche se non si sa esattamente dove, un militare tedesco caduto nello scontro e non identificato perché senza documenti. «È stato commovente – conclude Panerai – vedere brindare insieme militari americani, tedeschi e italiani che in quella funesta guerra erano nemici. Proprio questo spirito di pace assoluta è ciò che rende speciale Feudi del Pisciotto, un luogo unico che abbiamo recuperato preservando il suo fascino originale, un’oasi di pace per chi lo visita e vi soggiorna». Miracoli del vino.


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