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La magia di Frank Cornelissen e il suo Munjebel 2019, un rosso da bere irresponsabilmente
22 Ott 2021 19:24

Quando si parla dei vini di Frank Cornelissen si finisce sempre col discutere più di lui che dei suoi vini. Ci si concentra spesso più su quanto costano che su quanto realmente valgono. Un po’ come se le emozioni avessero un prezzo. Sull’Etna, ma forse nel vino (naturale?) in generale, c’è un prima e dopo Cornelissen: i suoi vini e la sua storia hanno ispirato e ispirano tanti nuovi wine makers, wine lovers, wine tutto.

Ma come sono i vini al di là dell’hype, delle mode e di tutto quello che non entra nel bicchiere? Per una volta mi sento di poterlo dire: believe the hype.  Questo Munjebel 2019 è qui per restare. Naso potente, speziato, incendiario, mare, minerali e frutta scattante, visiva scarica ma non priva di sinistro mistero.

E in bocca sì, se le riconoscibilità sono quelle del grande nerello mascalese, c’è una freschezza naturale e tanto umana, un’energia primigenia, magmatica, irrazionale e free nel senso di Ornette Coleman.  Un vino che pulsa, scalcia appaga, carnale e innocente al contempo, nella sua sensuale gioventù come la Sandrelli dei primi film.

Fatevi un regalo, questo non è un grande Etna: è un grande vino, punto. Da degustare responsabilmente solo se ci riuscite (io ad esempio no) sentendo una musica che come questo vino è fredda solo in apparenza, ma con dentro tanto soul, anima, passione. Lui è Stromae e il pezzo si chiama Santé: cosa aggiungere?

 


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