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In autunno sarà difficile “portare il pane a tavola”, prezzi 12 volte più alti del grano
23 Set 2021 08:00

Portare il pane a tavola è un famoso detto che sottolinea la fatica del lavoro per guadagnare abbastanza da poter comprare da mangiare. Oggi, con il benessere diffuso, il pane è assicurato sulle tavole della maggior parte delle persone, però i prezzi aumentano in maniera vertiginosa. Dal grano al pane, infatti, il prezzo sale di dodici volte. A lanciare l’allarme è la Coldiretti in riferimento all’analisi di Assopanificatori sull’aumento dei prezzi in autunno.

In autunno sarà difficile “portare il pane a tavola”, prezzi 12 volte più alti del grano

Un autunno poco economico per quanto riguarda il prezzo del pane. Coldiretti sottolinea che dal grano al prodotto finito l’aumento di prezzo è pari a dodici volte.

Per intenderci: un chilo di grano tenero è venduto a circa 26 centesimi; un chilo di pane viene acquistato in media a 3,1 euro. Un prezzo moltiplicato di ben dodici volte. Coldiretti infatti sottolinea che per fare un chilo di pane viene utilizzato un chilo di grano. Da questo si ricavano circa 800 grammi di farina da impastare poi con l’acqua per arrivare ad un chilo di prodotto finito.

“Che il prezzo del grano incida poco su quello del pane lo dimostra anche l’estrema variabilità dei prezzi del pane in Italia – scrive Coldiretti – mentre quelli del grano sono fissati a livello internazionale. Se a Milano una pagnotta da un chilo costa 4,2 euro, a Roma si viaggia sui 2,63 euro mentre a Palermo costa in media 2,95 euro al chilo secondo elaborazioni Coldiretti su dati dell’Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo economico”.

“Peraltro i prezzi al consumo – continua la Coldiretti – non sono mai calati negli ultimi anni nonostante la forte variabilità delle quotazioni del grano, che per lungo tempo sono state al di sotto dei costi di produzione. Per ridurre la volatilità e stabilizzare i prezzi la Coldiretti è impegnata nel realizzare rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti”.


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