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L’Ortofrutta italiana è pronta al “Green Deal”, la crescita porta ad una spinta verso l’export
09 Set 2020 08:00

Il settore dell’ortofrutta è pronto ad affrontare la sfida della transizione al verde. Il Green Deal non spaventa il comparto. Il ministro per l’Agricoltura, Teresa Bellanova, intanto, spinge per rendere l’ortofrutta protagonista nel patto per l’export.

L’ortofrutta italiana sulla strada del Green Deal

La crescita dei numeri, dal punto di vista economico, infatti, dimostra le capacità dell’ortofrutta di trainare l’intero sistema agroalimentare italiano. Lo ha sostenuto la Cia-Agricoltori Italiani nella giornata inaugurale di Macfrut Digital. A fare da eco anche il webinar “L’ortofrutta italiana sulla strada del Green Deal: Pac, innovazione e chimica verde”.

Il comparto è composto da 300 aziende e ha un fatturato di 13 miliardi. Secondo quanto sostiene l’organizzazione, la crescita registrata durante il lockdown ha favorito un balzo in avanti del 20% per la frutta e del 13% per la verdura.

Il trend verso il biologico ha avuto i suoi effetti anche sull’ortofrutta. Il 28% delle imprese nazionali, infatti, si dedica al bio e il 36% alla produzione integrata.

La svolta a impatto zero

Le aziende tecnologiche che utilizzano software di gestione – ha spiegato invece Nomisma nel corso del webinar Cia- sono il 14%, centraline meteo (8%), macchine con guida assistita, semi-automatica e Gps integrato (7%), applicazione a dosaggio variabile e sensori della pianta e del suolo (4%).

Per migliorare la resa e ridurre l’impatto ambientale, le aziende adottano nuove strategie. Il 71%, infatti, ricorre a impianti per il risparmio idrico e il 33% produce energie rinnovabili.

Un quadro nel suo complesso- commenta la Cia-Agricoltori Italiani- che conferma “quanto gli agricoltori del settore siano sensibili a temi quali innovazione e sostenibilità, centrali nel Green Deal dell’Europa”.

“Le istituzioni europee e nazionali, nell’ottica della transizione verde, dovranno tenere conto- aggiunge Cia- di una serie di priorità come quella di garantire agli agricoltori strumenti ad hoc per continuare a produrre e fare reddito e soddisfare i bisogni dei consumatori, sempre più interessati a prodotti ortofrutticoli 100% Made in Italy (60%)”.

Bellanova: Ortofrutta sia protagonista nel patto per l’export

L’ortofrutta deve essere protagonista nel patto per l’export e nella spesa collegata per oltre un miliardo di euro”. Lo ha detto il ministro per l’Agricoltura, Teresa Bellanova.

“Possiamo e dobbiamo migliorare la nostra presenza nei mercati esteri e far valere la forza del marchio Italia nel mondo – ha spiegato al taglio del nastro virtuale di Macfrut Digital -. Questa fiera ci dice che è possibile farlo e deve essere un obiettivo irrinunciabile”.  L’innovativa tre giorni dedicata al mondo dell’ortofrutta è in programma dall’8  al 10 settembre.

Il rilancio, ha detto ancora Bellanova, “deve essere un’azione concreta, confermato dal +6,9% del nostro export a dimostrazione della nostra forza attrattiva sui mercati mondiali”. Internazionalizzazione ed export “sono la seconda parola chiave: oltre al consolidamento nel mercato interno, la sfida è quella dei mercati globali. In questi mesi abbiamo raggiunto risultati importanti: lo sblocco nel febbraio del mercato brasiliano per nostre susine, la conclusione del negoziato in aprile con la Thailandia per l’esportazione delle mele italiane, il via libera del maggio scorso alle mele a Taiwan, la recente firma dell’addendum al protocollo per l’esportazione di kiwi in Cina. Traguardi importanti anche grazie al Tavolo Ortofrutticolo che adesso dovrà misurarsi con la strategia di intervento della nuova Pac 2021-2027″.

Le prossime settimane “sono importanti nella costruzione di un piano di recupero e resilienza per nuovi rapporti di filiera, progetti per sostenere il ruolo dell’agricoltura nei cambiamenti climatici, per fermare il dissesto idrogeologico, per sostenere la sostenibilità. Abbiamo messo in campo per l’intero settore agroalimentare oltre 2,5 miliardi di euro in sostegno della competitività, per la liquidità e con un di fondo 600 milioni di euro per ristoranti”.  

 


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