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Colazione all’italiana, una rivoluzionaria abitudine nata solo 70 anni fa
06 Set 2020 08:00

La colazione è uno dei momenti più importanti della giornata. È il primo pasto e con lei iniziamo ogni attività. Per gli italiani, però, è un’abitudine recente. Fino a 60 o 70 anni fa, infatti, la colazione all’italiana non esisteva. Ora, invece, è diventata un must per 9 italiani su 10.

Le origini della colazione all’italiana

Ci sono tanti modi di fare colazione. C’è chi prende un caffè al volo e chi ama sedersi a tavola per godersi ogni momento di questo pasto. C’è chi preferisce sapori salati e chi quelli dolci. La colazione all’italiana, come la conosciamo oggi, è in realtà un’abitudine recente.

L’Italia contadina degli anni Cinquanta, infatti, faceva un solo pasto a metà mattinata. Nessuna pretesa, solamente latte e avanzi della sera prima. Si poteva andare dal pane, alla polenta, da una fettina di salame o formaggio a un pezzetto di aringa.

Solamente i militari ricevevano ogni mattina un pasto a base di latte, caffè, gallette e cioccolato. Simile a quella che poi si è standardizzata come “colazione all’italiana”. A questa si contrappone, invece, la colazione cosiddetta “continentale”, tipica dei Paesi nordici o anglosassoni, a base di cibi salati come uova, formaggi, pancetta.

Ad ognuno la sua colazione

L’Osservatorio Doxa-UIF sulla Prima Colazione evidenzia che l’88% degli italiani non rinuncia al primo pasto della giornata, declinandolo in un caleidoscopio di possibilità. C’è la colazione multipla che si divide in più momenti di consumo, prolungandosi fino a mezzogiorno.

C’è quella differente, di chi la prepara la sera per fare prima la mattina, di chi la domenica la fa più ricca o in vacanza la fa più lunga e di chi la consuma rigorosamente a letto. C’è, infine, quella social, da fotografare e condividere live con la propria cerchia di amici. O ancora, quella green, di chi sceglie solo prodotti e ingredienti da agricoltura sostenibile.

Per Mulino Bianco, ad esempio, il 2020 segna progressi importanti per il progetto di farina di grano tenero da agricoltura sostenibile e tutela della biodiversità lanciato nel 2019 assieme al WWF con la “Carta Del Mulino”. Al progetto hanno già aderito migliaia di attori tra imprese agricole, stoccatori e mugnai. In poco più di 12 mesi, l’iniziativa partita con il biscotto Buongrano è stata estesa ai pani ed entro l’anno verrà estesa a tutti i biscotti.

La rivoluzione del dolce

colazione

Oggi, se pensiamo alla colazione, immaginiamo subito un caffellatte con biscotti. L’abitudine di mangiare biscotti risale agli anni Settanta. Sia come prodotto di preparazione casalinga, che di pasticceria. Lo ha ricordato, a margine dei lavori di Cibus Forum, Mulino Bianco, brand dolciario del Gruppo Barilla Spa.

Nella stessa occasione ha presentato i nuovi omaggi della raccolta a punti, uno d’antan l’iconica tazza in coccio, l’altro contemporaneo, una mug da passeggio per i consumatori delle 60 referenze del marchio leader nel segmento breakfast.

“Mulino Bianco ha segnato una rivoluzione della colazione all’italiana, da pasto solo per bambini a rito che ormai accomuna 9 italiani su 10″ sottolinea l’industria con sede a Parma.

Come ricorda l’Archivio storico Barilla, fino ai primi anni Settanta la colazione dolce era considerata un pasto necessario per i bambini. Solo un adulto su tre, invece, mangiava qualcosa di solido prima di uscire. La rivoluzione si ebbe nel 1978, tre anni dopo la nascita del marchio. Da allora il consumo di biscotti conquistò anche gli adulti, concentrandosi progressivamente verso la prima colazione. E all’inizio degli anni Ottanta quasi il 70% dei biscotti veniva consumato al mattino.

Mulino Bianco ha da sempre un ruolo negli stili di vita degli italiani, e continua ad offrire pratiche soluzioni, in linea con le nuove abitudini senza rinunciare alla tradizione – afferma Julia Schwoerer, Vice President Marketing Mulino Bianco -. Lo facciamo attraverso il miglioramento continuo delle ricette, (tutte senza olio di palma e nel tempo ottimizzate sotto il profilo nutrizionale), un’attenzione costante alla qualità e alla sostenibilità delle nostre filiere e anche dialogando con i nostri consumatori attraverso i social media e la nostra community “Nel Mulino che Vorrei”.

 


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